Sicurezza, addio jersey Arrivano duecento super pilomat in marmo
Opere pubbliche: nel piano triennale trasporti, parchi e restyling di 5 piazze. Restano i fondi per i Navigli aperti
Dopo l’emergenza, gli sgraziati jersey di calcestruzzo finiscono in soffitta. Al loro posto, a partire dalla fine dell’anno debutterà una creazione — almeno dal punto di vista estetico — tutta milanese. Tutt’attorno alle vie del passeggio del centro città, lungo l’asse pedonale che va da piazza San Babila, passa per il Duomo e arriva fino a largo Cairoli, saranno installati duecento «pilomat», dissuasori potenziati per resistere allo sfondamento, sia in versione fissa che mobile. Le barriere a difesa dal rischio attentati sul modello berlinese si «vestiranno» di marmo per armonizzarsi con il contesto storico del centro, come richiesto dalla Soprintendenza, e in cima avranno riprodotta la cartina stilizzata del capoluogo. Il progetto è stato inserito nel rinnovato «piano triennale delle opere pubbliche» che copre gli anni 2019-2021 e sarà finanziato con un totale di 2.350.000 euro.
Sono passati due anni da quando, in tutta fretta, i blocchi di cemento armato sono apparsi a ridosso delle zone più frequentate da milanesi e turisti. La raffica di attacchi in Europa con l’uso di auto e furgoni lanciati sulla folla hanno portato a una loro rapida diffusione: dalla Galleria alla Darsena, a Brera, e così via. Ora si apprestano a lasciar spazio a un progetto — il «Milomat», come l’hanno ribattezzato a Palazzo Marino — «che è stato progettato internamente al Comune», rivendica l’assessore all’Urbanistica, Pierfrancesco Maran. La posa delle duecento nuove barriere, alcune fisse, altre a scomparsa per consentire il passaggio dei mezzi di soccorso, partirà dalla fine del 2019 e proseguirà nel 2020.
Nel nuovo piano delle opere approvato dalla giunta raccoglie progetti per poco più di un miliardo e 336 milioni di euro, di cui un centinaio di milioni nell’anno in corso. «Arrivati a metà mandato e avendo deciso di procedere con progetti di opere inserite nei Pto precedenti, dobbiamo concentrarci ora sulla fase di realizzazione — spiega l’assessore ai Lavori pubblici Gabriele Rabaiotti —. Il 2019 sarà un anno di gare e di cantieri». La voce più pesante spetta alla mobilità (dalle strade alle ciclabili), e in particolare al capitolo trasporto pubblico, dove si sommano gli interventi in fase di realizzazione (restyling della M2) a quelli oggi sulla carta o poco più: prolungamento della M5 a Monza e della M1 a Baggio, svecchiamento della M3. E poi, riqualificazione di cinque piazze, sistemazione definitiva di piazza Castello, nuovi parchi, recupero di alloggi popolari sfitti, manutenzione delle scuole.
E nonostante le parole del sindaco Beppe Sala, che nelle scorse settimane l’ha quasi archiviato per problemi economici, resiste il «sogno» di riapertura dei Navigli: 150 milioni di euro (solo 5 quest’anno, poi 50 e 95) per la «connessione idraulica Naviglio Martesana-Darsena e riapertura di tratti dei Navigli milanesi».
Intanto la giunta torna sui suoi passi sul futuro delle palazzine liberty di viale Molise, compresa quella occupata dal collettivo Macao: non entreranno più nel fondo immobiliare per la loro dismissione. Macao è per ora salvo, per le proteste delle opposizioni. Il motivo, ha spiegato l’assessore al Bilancio Roberto Tasca, è tecnico: gli edifici sono ancora di Sogemi, società comunale che gestisce i Mercati generali, e il passaggio di proprietà non arriverà in tempo per la ricapitalizzazione del fondo che va completata entro fine mese.