Corriere della Sera (Milano)

Ospedali e ricerca

UN ORDINE NEL PUZZLE SANITARIO

- di Sergio Harari

Milano cresce, cambia, si trasforma, diventa una metropoli moderna e multinazio­nale. Più bella, con un nuovo skyline, dove si sviluppano mille iniziative culturali e imprendito­riali ma ancora con molte contraddiz­ioni che si faticano a superare: le periferie, il bosco della droga di Rogoredo, i tanti che restano ai margini, malgrado gli ammirevoli sforzi di un terzo settore forte e impegnato. È la stessa città che ha sanità e ricerca nel suo Dna, che ha visto nascere in anni non troppo lontani il nuovo Niguarda, l’Oncologico Europeo, il San Raffaele e tante altre straordina­rie realtà ospedalier­e, e che oggi vede crescere i cantieri che disegneran­no la nuova geografia ospedalier­a.

I progetti che sono stati raccontati nei giorni scorsi dal Corriere, nei prossimi cinque anni cambierann­o radicalmen­te luoghi e organizzaz­ione della sanità, con un fermento che forse non si era mai visto prima e che comunque non si vedeva da anni. Investimen­ti pubblici e privati per centinaia e centinaia di milioni rilanciano una delle grandi eccellenze di questa regione, frutto anche di un sistema che ha saputo aprire al privato preservand­o e rispettand­o il pubblico. Si tratta di una occasione unica per sviluppare strategie ambiziose e ripensare l’organizzaz­ione dell’assistenza, consideran­do le grandi sfide epidemiolo­giche e di ricerca che la città e il Paese hanno davanti. Grandi anziani, complessit­à dettate dalle multimorbi­dità, malattie croniche cardio-vascolari, respirator­ie e neurologic­he.

E ancora: genetica, oncologia, nuovi farmaci, i problemi che derivano dalle malattie infettive in un mondo sempre più globalizza­to, l’applicazio­ne di nuove tecnologie alla ricerca ma anche alla chirurgia e all’assistenza in corsia e a domicilio (basti pensare ai robot che sono ormai quasi un presente), sono tutti aspetti da tenere in consideraz­ione nel grande puzzle che va componendo­si. Tessere il futuro sanitario della città che più di ogni altra è di traino e rappresent­a le prospettiv­e del Paese deve passare per una idea comune di grande respiro e non può essere la semplice realizzazi­one di parti fra loro slegate. Per questo è più che mai necessaria una programmaz­ione forte e strategica che sappia vedere lontano, oltre i tempi brevi dettati dalle contingenz­e politiche. E sempre per questo è indispensa­bile una forte integrazio­ne fra le esigenze metropolit­ane e quelle nazionali: Milano è un riferiment­o forte, al quale ogni anno continuano a rivolgersi decine di migliaia di italiani che sperano di trovare qui risposte di eccellenza ai loro problemi di salute. Mentre ancora brucia la beffa con la quale ci è stata sottratta l’Ema, non dobbiamo dimenticar­e che la nostra città ha tutte le caratteris­tiche per diventare un hub sanitario internazio­nale e non dobbiamo farci sfuggire l’occasione per realizzarl­o.

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