Ospedali e ricerca
UN ORDINE NEL PUZZLE SANITARIO
Milano cresce, cambia, si trasforma, diventa una metropoli moderna e multinazionale. Più bella, con un nuovo skyline, dove si sviluppano mille iniziative culturali e imprenditoriali ma ancora con molte contraddizioni che si faticano a superare: le periferie, il bosco della droga di Rogoredo, i tanti che restano ai margini, malgrado gli ammirevoli sforzi di un terzo settore forte e impegnato. È la stessa città che ha sanità e ricerca nel suo Dna, che ha visto nascere in anni non troppo lontani il nuovo Niguarda, l’Oncologico Europeo, il San Raffaele e tante altre straordinarie realtà ospedaliere, e che oggi vede crescere i cantieri che disegneranno la nuova geografia ospedaliera.
I progetti che sono stati raccontati nei giorni scorsi dal Corriere, nei prossimi cinque anni cambieranno radicalmente luoghi e organizzazione della sanità, con un fermento che forse non si era mai visto prima e che comunque non si vedeva da anni. Investimenti pubblici e privati per centinaia e centinaia di milioni rilanciano una delle grandi eccellenze di questa regione, frutto anche di un sistema che ha saputo aprire al privato preservando e rispettando il pubblico. Si tratta di una occasione unica per sviluppare strategie ambiziose e ripensare l’organizzazione dell’assistenza, considerando le grandi sfide epidemiologiche e di ricerca che la città e il Paese hanno davanti. Grandi anziani, complessità dettate dalle multimorbidità, malattie croniche cardio-vascolari, respiratorie e neurologiche.
E ancora: genetica, oncologia, nuovi farmaci, i problemi che derivano dalle malattie infettive in un mondo sempre più globalizzato, l’applicazione di nuove tecnologie alla ricerca ma anche alla chirurgia e all’assistenza in corsia e a domicilio (basti pensare ai robot che sono ormai quasi un presente), sono tutti aspetti da tenere in considerazione nel grande puzzle che va componendosi. Tessere il futuro sanitario della città che più di ogni altra è di traino e rappresenta le prospettive del Paese deve passare per una idea comune di grande respiro e non può essere la semplice realizzazione di parti fra loro slegate. Per questo è più che mai necessaria una programmazione forte e strategica che sappia vedere lontano, oltre i tempi brevi dettati dalle contingenze politiche. E sempre per questo è indispensabile una forte integrazione fra le esigenze metropolitane e quelle nazionali: Milano è un riferimento forte, al quale ogni anno continuano a rivolgersi decine di migliaia di italiani che sperano di trovare qui risposte di eccellenza ai loro problemi di salute. Mentre ancora brucia la beffa con la quale ci è stata sottratta l’Ema, non dobbiamo dimenticare che la nostra città ha tutte le caratteristiche per diventare un hub sanitario internazionale e non dobbiamo farci sfuggire l’occasione per realizzarlo.