Sala a Zingaretti: Milano esempio per il rilancio pd
Il candidato: qui una cultura politica positiva. Pisapia: possiamo vincere, come dopo il 1994
Consigli e avvisi per il nuovo segretario del Pd. Nel giorno in cui Zingaretti riempie il teatro Leonardo, il sindaco Sala rilancia la centralità del modello Milano: «Bisogna fare tesoro delle esperienze migliori. Lasciatemelo dire: Milano è l’esperienza migliore per il centrosinistra. Lo reclamo. Ma non ho mai visto da parte della segreteria pd l’attenzione che la città merita».
«Caro Nicola, se sarai tu il segretario del Pd ti avviso che la nostra è l’esperienza migliore perché siamo riusciti a rendere realtà l’idea che sviluppo e solidarietà possano stare insieme». Consigli e avvisi per il nuovo segretario del Pd. Nel giorno in cui Nicola Zingaretti riempie il teatro Leonardo per lanciare la sua mozione, il sindaco Beppe Sala rilancia la centralità del modello Milano per il futuro del centrosinistra. «Bisogna fare tesoro delle esperienze migliori — dice il sindaco, rivolgendosi direttamente a Zingaretti seduto in platea —. Lasciatemelo dire in maniera netta: Milano è l’esperienza migliore per il centrosinistra. Lo reclamo. Ma non ho mai visto da parte della segreteria del Pd l’attenzione che la città merita». Messaggio ricevuto. La replica di Zingaretti è arrivata a stretto giro di posta. «Ha ragione Sala. Qui c’è un modello vincente che ha garantito crescita sviluppo ed equità, ma soprattutto, oltre che politiche positive, anche una cultura politica positiva per questo centro-sinistra, che sia all’insegna del dialogo, dell’inclusione, del coinvolgimento e della concretezza».
Sala piena. Con il ritorno di Giuliano Pisapia. C’è Orlando, c’è Fassino, c’è Quartapelle. Non poteva mancare Pierfrancesco Majorino, punto di riferimento del governatore laziale a Milano. Il sindaco esprime grande stima per Zingaretti, ma conferma che non farà nessun endorsement per i candidati e che non voterà alle primarie. Sala però non intende affatto tenersi fuori dal dibattito politico sul futuro del Pd. Lo dice con una battuta: «Il mio impegno in questa fase è totale, dò il meglio di me stesso quando le cose vanno male e quindi ora sono perfetto». Lo fa a a modo suo. Diretto e qualche volta ruvido. Consegnando ai candidati una serie di suggerimenti. Ma anche una speranza: «Quelli al
Governo non sono invincibili».
Il primo consiglio è quello di «scegliere bene i compagni di strada». Perché l’era del maggioritario è definitivamente alle spalle «e in un sistema proporzionale bisogna parlare con gli altri e deve prevalere la capacità del dialogo». Non solo nell’ago- ne politico, ma anche e soprattutto nella società. E forse è questo il passaggio più importante dell’evoluzione del modello Milano: « Ad esempio — ha spiegato Sala — la Chiesa: sto vedendo tante aperture e allineamenti alle nostre idee e non sto vedendo reazioni da parte nostra. Non va bene. Non dobbiamo sempre marcare le differenze, ma lavorare sulle vicinanze».
Milano, al contrario, sta lavorando proprio in questo senso. L’«alleanza» tra Comune e Curia è nei fatti. Il «sinodo laico» proposto dall’arcivescovo Delpini e accolto a braccia aperte dal sindaco sarà un passaggio centrale della legislatura.
Il primo cittadino liquida il dibattito sulla presenza o meno del simbolo del Pd alle prossime europee con una battuta. «Mi sembra una questione oziosa, non è quello che serve a noi. A me interessa il futuro della sinistra e quello che deve fare per tornare a vincere». E qui arriva l’ultimo suggerimento. «Non bisogna farsi tentare dal sottile piacere dell’opposizione. Io voglio vincere, io posso pensare di perdere se la confitta è il primo passo per la vittoria. Noi vogliamo vincere non ci acconteremo mai di star bene all’opposizione». Anche qui la scelta dei «compagni di viaggio» è fondamentale. C’è anche il tempo per guardare dall’altra parte della barricata. Il bersaglio è Matteo Salvini per la sua risposta irridente alla protesta dei sindaci contro i tagli della manovra. «Mi ha ricordato le parole di mio padre, un uomo semplice: “gli amici vanno e vengono, i nemici rimangono”. Se li sta mettendo contro tutti, quindi con calma e con pazienza facciamo la nostra parte ma non riteniamo invincibile chi ora governa». Concetto molto simile a quello espresso da Pisapia: «Nel 1994 vivevamo il clima di questi mesi. Eravamo disperati, convinti che per due o tre generazioni non si sarebbe potuto avere una svolta nella politica. Nel 1996 abbiamo vinto. Possiamo e dobbiamo ancora vincere. Se non ora quando?».
Martedì sarà la volta di Maurizio Martina, l’altro candidato forte alla segreteria Pd. Parteciperà insieme a Carlo Calenda e Graziano Delrio a un’iniziativa sull’Europa. Ci sarà anche Sala.
Il sindaco Icompagni di strada vanno scelti bene, vedo aperture dalla Chiesa e nessuna nostra reazione