PORTFOLIO LE NUOVE ARCHITETTURE URBANE Maxi lavori in corso
Grattacieli e cantieri, progetti residenziali e zone rivoluzionate In attesa degli scali Fs
Cantieri e scavi. Impalcature e reticoli metallici. Polvere e mattoni. Progetti visionari e complessi residenziali. Proprietà pubbliche e gestioni private. Condivisioni e servizi. In attesa della rivoluzione urbanistica degli scali ferroviari, Milano si trasforma. Lavori in corso: si chiudono le maxi-operazioni all’ombra dei grattacieli come Citylife e Porta Nuova, crescono i palazzi «intelligenti» che modellano le nuove esigenze abitative, si aprono orizzonti nelle periferie e le ruspe entrano in quei cantieri infiniti, diventati per anni buchi neri, rifugi di disperati o latrine a cielo aperto, in una interminabile sequenza di concorsi, bonifiche e crac, con annessi interventi della procura.
La rinascita dei maxi-quartieri come Citylife e GaribaldiPorta Nuova ha la forma del «Curvo» di Daniel Libeskind (e futura sede Pwc). Si aspetta l’arrivo in quota (175 metri) e la spettacolare installazione della corona inclinata, ennesima sfida architettonica di Generali, mentre Porta Nuova si sviluppa più eterogenea, dopo l’inaugurazione della Biblioteca degli alberi a sancire, proprio assieme a Citylife, una nuova idea di gestione del verde pubblico. Poco distante, oltre il palazzo del Comune che sovrasta Gioia, messo all’asta, le ambizioni di Porta Nuova (Coima) si estendono all’ex Inps di via Pirelli dove hanno ormai toccato l’ultimo piano i «Giardini d’inverno» dello studio Caputo (per China investment) dopo dieci anni di voragine iniziata con la demolizione degli edifici di via Adda occupati da alcune famiglie rom e continuata con la liquidazione del fondo Calatrava (Vegagest) che ha portato al tramonto delle originarie torri di Miluce. Anche attorno a Citylife fioccano i cantieri: si sfrutta il traino delle torri (vedi Aurora di Borio Mangiarotti, verso il Portello).
Il travertino scelto dall’archistar americana Eisenman, in omaggio alla tradizione milanese, è invece ormai svelato in piazza Carlo Erba, dove anni di ecomostro e ponteggi (i cantieri erano iniziati nel 2013) lasceranno spazio a 15mila metri quadri di Residenze, dopo notevoli ritardi (e un’ordinanza di messa in sicurezza). Sembra finita anche l’odissea della Torre delle Arti di via Principe Eugenio, naufragata nella tempesta della crisi e poi rivisitata più volte da Generali fino all’ultimo progetto (Marco Piva), meno visionario ma pronto alla realizzazione. E se il gruppo Rusconi in via Stresa, alla Maggiolina, ha iniziato a costruire una torre di 86 metri, in fase avanzata è l’operazione residenziale in via Ampère. Infine, grande movimento per i campus universitari (Bocconi, Politecnico, Iulm e trasloco Statale a Expo) e gli smart district periferici: da Cascina Merlata a Symbiosis, imponente area business da 125 mila mq a fianco della Fondazione Prada, nuovo headquarter di Fastweb.