Pilomat e sicurezza
CREATIVI CONTRO LE MINACCE
Imposti al moderno arredo urbano dai macellai del terrorismo globalizzato (pure quello), i frangiflutti da terraferma vivono ormai stabilmente nella nostra vita cittadina. Impossibile immaginare una loro provvisorietà: come marciapiedi e semafori, saranno componente fissa del paesaggio comune. Dove c’è gente, ci sono blocchi per proteggerla. Piazzati in fretta e furia con l’emergenza stragi, per quanto variamente dipinti e impacchettati, da subito hanno brillato per la loro bruttezza angosciante, genere blade-runner. Direbbero i pensatori, per la loro fosca carica evocativa: vedi il blocco e associ il brutto, il male, la morte. Inevitabile la corsa a reinventarli con calma in qualcosa di più lieve e più gradevole. Milano sceglie il genere cilindrico, in marmo di pregio, ingraziosito alla sommità con la cartina della città. Bella soluzione, al momento la migliore possibile. Ma la fantasia non può fermarsi qui. Sognare e immaginare è il destino di questa città feconda. C’è davanti una prateria di soluzioni. Perché no, nel domani ci sta alla grande anche una riedizione postmoderna del mettete dei fiori nei vostri cannoni. Cioè respingenti antiterrorismo che contengano piante e fiori, di tutte le specie e di tutti i colori, simbolica sottomissione del tetro e del funereo al trionfo della natura. Non so se qualche artista, o qualche ingegnere, o qualche artista-ingegnere ci stia già lavorando. So solo che sarebbe come infilare una margherita in bocca ai nostri spettri, rendendoli più sopportabili.