Trionfo al Forum per il grande volley «Pronto il progetto del campus al Lido»
Il patron Fusaro: dopo il tutto esaurito al Forum puntiamo ai giovani e alle periferie
Ieri sera, con i 12.426 spettatori paganti del Forum per assistere all’incontro Powervolley-Modena (3-0) di Superlega, la pallavolo si è ripresa Milano dopo un lungo oblio nelle serie minori. Il presidente del Powervolley, Lucio Fusaro, annuncia: «Pronto il progetto per un campus al Lido».
Da ieri sera la pallavolo è ufficialmente tornata a Milano: 12.426 spettatori paganti e Forum esaurito per la partita Powervolley-Modena di Superlega terminata con il risultato di 3 a 0 per i milanesi. «È il record di presenze per un incontro di regular season. E in tanti sono rimasti fuori dal palazzo. Siamo stati subissati di richieste, impossibile accontentare tutti. Un simile successo, in termini di pubblico, non se lo aspettava nessuno», dice Lucio Fusaro, presidente della Revivre Axopower (questa la denominazione con gli sponsor del Powervolley Milano). Se la pallavolo è tornata, Fusaro è l’uomo che l’ha riportata in città. Perché il volley, dopo il boom tra fine anni Settanta e primi Novanta, a livello professionistico da queste parti era scomparso. Chiusa l’esperienza del Gonzaga, squadra emanazione del liceo di via Vitruvio che nel 1976 ottenne la promozione in Serie A («Facevo parte di quel sestetto», ricorda Fusaro che ha un passato da giocatore), terminata l’epopea-meteora della Polisportiva Mediolanum (nel 1988 Finivest acquistò il Gonzaga ingaggiando campioni come Zorzi e Lucchetta), Milano era finita nelle serie minori.
«Stiamo iniziando a raccogliere i frutti di un lavoro iniziato qualche anno fa», prosegue Fusaro, 63 anni, milanese di Porta Genova, imprenditore che spazia dalla cosmetica (il marchio Revivre), all’edilizia e alla finanza con interessi soprattutto negli Stati Uniti. «Mi ero avvicinato alla società Powervolley come sponsor ma dopo alcune stagioni continuavo a non vedere un progetto serio. Alla fine ho comprato il club». Gli esordi da presidente non sono stati tra i migliori. Esattamente due anni fa, il 23 gennaio 2017, in Superlega (la Serie A della pallavolo) la squadra era ultima in classifica e la Gazzetta dello Sport titolava: «Sprofondo Milano». La scorsa stagione ha chiuso al sesto posto, quest’anno è quinta. «Abbiamo il settore giovanile più forte d’Italia — racconta Fusaro —, abbiamo vinto due campionati Under 20 e a coach Giani (l’ex giocatore pluricampione del mondo con la Nazionale) ho chiesto di inserire nella rosa della prima squadra tre ragazzi classe 2000». Il Powervolley gioca le partite casalinghe a Desio, aspettando il Palalido: «Sull’impianto di piazza Stuparich sono ottimista — prosegue Fusaro —, il Comune è molto presente, l’assessore Guaineri controlla lo stato dei lavori. Quando diventerà la nostra casa lo riempiremo con 4-5 mila spettatori a partita. Desio ci ha accolto bene, c’è un bel palazzo, ma il Palalido è un’altra cosa. In più è raggiungibile con la metropolitana. Il nostro pubblico è giovane, tanti minorenni che hanno bisogno di un adulto che li accompagni a Desio».
Sul tanto atteso palazzetto dello sport Fusaro e Powevolley hanno un progetto ampio: «Intorno al Palalido, nell’area del Lido, ci sono diverse strutture come palestre e uffici da tempo in disuso. Ho proposto all’amministrazione comunale di occuparmi della riqualificazione, un investimento da circa 400 mila euro, in cambio di una concessione. L’idea è trasformare quei metri quadri in un campus sportivo e scolastico. Qui si allenerebbero tutte le nostre squadre giovanili e le mie aziende trasferirebbero alcuni uffici in modo da creare una cittadella dell’alternanza scuola-lavoro. Ho presentato il dossier al ministero dell’Istruzione, qualcosa di mai visto a Milano». I dodicimila e più spettatori accorsi ieri sera al Forum sembrano sfatare la leggenda che in città, a parte Inter, Milan e Olimpia nel basket, non c’è posto per altre realtà capaci di attirare il grande pubblico. «Io penso che se esiste un buon progetto, il pubblico arriva. Noi vogliamo mettere radici a Milano perché siamo una realtà milanese, abbiamo la possibilità di creare un tessuto sportivo con le periferie attraverso iniziative che coinvolgono i giovani. La Polisportiva Mediolanum, il progetto voluto da Berlusconi fallì, perché il suo unico obiettivo era vincere, non gli interessava creare un legame con il territorio. Noi andiamo in senso opposto. Prima facciamoci riconoscere come realtà milanese, poi arriveranno le vittorie. Per ora siamo lontani, il nostro budget è di 2,5 milioni a stagione, corazzate come Perugia o Trento spendono il doppio. Ma non abbiamo fretta».
Sinergie Sull’impianto di piazza Stuparich sono fiducioso Il Comune vigila, diventerà la nostra casa
Sperimentazione Riqualificheremo l’area del Lido per creare una cittadella dell’alternanza tra scuola e lavoro