No al razzismo «Una marcia per 300 mila»
Nuova manifestazione indetta il 2 marzo. Luoghi di culto, stralciata dal Pgt la moschea di via Novara
«Raddoppiare o triplicare le presenze della marcia di due anni fa», quando in piazza furono stimate circa centomila persone. Si chiamerà «People» la nuova manifestazione antirazzista che si terrà in città il prossimo 2 marzo. Intanto, in via Novara non si costruirà più una moschea. L’indirizzo è stato stralciato dall’elenco dei possibili nuovi luoghi di culto.
«Raddoppiare o triplicare le presenze della marcia di due anni fa», quando con «Insieme senza muri» in piazza scesero 100mila persone per ribadire che Milano doveva rimanere città aperta. Si chiamerà «People» la nuova manifestazione antirazzista promossa da 25 associazioni della società civile e che si terrà in città il prossimo 2 marzo. «Crediamo che la buona politica debba essere fondata sull’affermazione dei diritti umani, sociali e civili— scrivono nell’appello le associazioni — perché pensiamo che le differenze, non debbano mai diventare occasione per creare nuove persone da segregare, nemici da perseguire e ghettizzare o emarginare». La manifestazione del 2 marzo ha ovviamente il patrocinio del Comune che con l’assessore Pierfrancesco Majorino commenta: «Alla faccia dei razzisti della porta accanto ci vediamo a Milano il 2 marzo. Una grande manifestazione. Per sconfiggere l’odio e dire che vengono prima le persone. Che poi vuole dire più politiche per il sociale, zero tagli ai servizi per i disabili, zero leggi dell’odio». Intanto sul fronte del decreto sicurezza il Comune si trova a un bivio. L’associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) intende presentare un ricorso collettivo e ha inviato a Palazzo Marino una lettera in cui spiega che sono «giunte numerose segnalazioni di richiedenti asilo ospitati presso strutture che si sono visti rifiutare l’iscrizione anagrafica». In pratica: se Palazzo Marino non procederà lungo la strada della disobbedienza al decreto Salvini, l’associazione porterà l’amministrazione in tribunale.
Novità anche sul fronte dei luoghi di culto. Il Consiglio comunale ieri ha stralciato l’area di via Novara dall’elenco dei siti per possibili moschee. La proposta di trasformare quell’area in un parcheggio d’interscambio per le future fermate del metrò della linea 5, e non più quindi come area per nuovi centri confessionali, è arrivata dal consigliere di Milano popolare Matteo Forte ma ha ricevuto il via libera anche dalla giunta. Non è detto però che oltre alle due moschee già individuate dal piano delle attrezzature religiose del Pgt ( via Esterle e via Marignano) non ne arrivi una terza nella fase delle osservazioni del Piano.
Il futuro reddito di cittadinanza, infine. A Milano potrebbero essere duemila i cit- tadini stranieri che beneficeranno della misura. La stima provvisoria si basa sul numero di persone che nel 2018 hanno percepito il Rei, il Reddito di inclusione: si tratta di 5 mila cittadini, tra italiani e stranieri. «Possiamo immaginare che, nonostante l’applicazione del requisito dei 10 anni di residenza in Italia per accedere al reddito di cittadinanza, la proporzione tra italiani e stranieri rispetto al Rei non si modificherà», ha spiegato lo stesso Majorino intervenendo in Consiglio comunale.