Maric, il maestro di apnea che dà lezione ai campioni
Mike Maric insegna i segreti dell’apnea ai grandi atleti (e non solo ai nuotatori)
LODI Lo chiamano il «quinto stile». L’apnea — fase di spinta in vasca che segue la virata — è diventata importante nel nuoto agonistico al punto che campioni come Federica Pellegrini e Gregorio Paltrinieri hanno chiesto aiuto, per migliorarsi, a colui che dell’apnea ha fatto prima una ragione di vita e ora un lavoro. Istriano di nascita ma lodigiano da quando aveva tre anni, il 45enne Mike Maric è il «prof» che allena i campioni del nuoto a respirare meglio. «Sott’acqua bisogna nuotare come i delfini — dice lui — per abbinare forza, tecnica e resistenza. Altrimenti la spinta propulsiva si spegne e si rischia di perdere decimi di secondo preziosi».
Greg Paltrinieri, medaglia d’oro olimpica e mondiale uscente nei 1500 metri e possibile portabandiera a Tokyo 2020, lo ha preso in parola e lo ha assunto per allenare la sua fase più debole, quella dell’apnea appunto, dopo che avversari del calibro dell’ucraino Romanchuk e del tedesco Wellbrock l’anno scorso lo hanno battuto sia agli europei di Glasgow che ai Mondiali in vasca corta di Yangzhou. «Ho iniziato a lavorare una settimana fa con Paltrinieri e con il gruppo allenato da Stefano Morini a Ostia dopo che “Greg” stesso mi aveva contattato per migliorare la fase dell’apnea: era stupito dal mio lavoro fatto con Federica Pellegrini. Un ragazzo splendido e con grandi motivazioni». Il primo grande successo professionale di Maric è appunto la collaborazione con l’atleta veneziana: «L’ho presa nel 2013 e un anno dopo a Berlino già sbalordiva il mondo con quella rimonta pazzesca nella staffetta, agguantando l’oro europeo dopo aver virato nell’ultima vasca nelle posizioni di coda». Da lì in poi, oltre a «Fede» sono arrivate altre collaborazioni importanti, da Filippo Magnini a Luca Dotto, per citarne alcuni. «Ma ricordo anche Carlotta Zofkova: in primavera non era nemmeno convocata per gli Europei di Glasgow, è stata lei a cercarmi. In poche settimane è migliorata al punto di fare non solo in tempo per Glasgow, ma di conquistare il bronzo nei 100 dorso».
Eppure il professore dell’apnea non si limita ai campioni del nuoto. Anche i big di altri sport gli chiedono di aiutarli a respirare meglio. Come Federico Pellegrino, alfiere dello sprint nello sci di fondo. O Niccolò Campriani, tre ori e un argento olimpici nella carabina. Un professore in senso letterale, in quanto insegna tecniche identificative forensi all’università di Pavia e vanta trenta pubblicazioni tra cui «La scienza del respiro», che l’anno scorso ha vinto il premio del Coni per il miglior libro sportivo.
E di apnea ne sa quanto pochi altri: è cresciuto insieme con leggende come Jacques Mayol ed Enzo Maiorca, è stato assistente del recordman Umberto Pelizzari e nel 2004 è diventato lui stesso campione mondiale di apnea dinamica. «L’acqua è la mia ragione di vita — ricorda Maric —, mio padre era un sub esperto e ha cominciato a portarmi in mare già da quando avevo appena tre anni. Il profondo blu è stato per me un vero colpo di fulmine». E i delfini gli hanno insegnato come nuotare e respirare.