Il quartiere Scala prova a rinascere
Quartiere Scala, una piazza coperta nel piano del Comune
Il Comune di Pavia ha un progetto per riqualificare il quartiere popolare Scala dove, negli ultimi anni, hanno chiuso negozi e attività e gli abitanti si sentono abbandonati. Primo passo, trasformare il Centro civico in un nuovo luogo di aggregazione
Quartiere Scala, periferia Nord di Pavia, unica zona davvero isolata dal centro. Un posto a sé, rione di palazzoni popolari tra la tangenziale e la campagna, dove negli ultimi anni hanno chiuso negozi, bar, società sportive. Un quartiere da salvare dal degrado, dove molte delle famiglie che lo popolano tentano di affrontare problemi economici, mancanza di lavoro e scarsa socialità. Il Comune intende partire proprio da qui: sensibilizzare i residenti nel pendersi cura del bene comune, per rivitalizzare il rione.
«Entro luglio 2019 il Centro civico diventerà una grande piazza coperta, luogo di aggregazione per giovani ed anziani — spiega Alice Moggi, assessore alle Politiche sociali del Comune —. Verranno ristrutturate anche la biblioteca e la gradinata esterna al Teatro Volta, per gli spettacoli all’aperto». La Scala è un microcosmo popolato da circa 1800 persone: 364 case Aler, 39 alloggi comunali, tre vie, tutte le saracinesche abbassate, esclusa la vetrina della biblioteca gestita da volontari. Metà dei residenti sono anziani che abitano nel quartiere da quasi 50 anni, quando ci fu lo sviluppo urbanistico con la costruzione dei palazzoni popolari; le altre sono famiglie con bambini piccoli. Molti sono stranieri e faticano a relazionarsi col vicino, o nemmeno lo conoscono. Anche negli orari di punta c’è un silenzio surreale e il senso di abbandono è palpabile. «Non abbiamo un negozio di alimentari e l’autobus si ferma a un chilometro da casa — racconta una pensionata che vive qui dal ‘63 —. Per fortuna ora possiamo andare in chiesa. Prima non avevamo nemmeno il parroco, poi ce l’hanno mandato». Già, perché a dare speranza al rione ci hanno pensato anche don Enrico, sacerdote di Santa Maria della Scala, e suor Natalina che, nonostante le ottanta primavere, ogni pomeriggio apre l’oratorio e tiene il doposcuola.
Le difficoltà sono tante, ma le potenzialità non mancano, a partire dal Centro civico, pronto a diventare il vero cuore dove poter fare cose semplici, quattro chiacchiere, giocare a carte o bere un caffè: 250 mila euro di finanziamento del bando «Emblematici maggiori» di Fondazione Cariplo per nuova pavimentazione, arredo urbano progettato e realizzato con l’aiuto dei giovani della zona, sistemazione della biblioteca e di alcune piazze. Poi si attingerà anche al «Bando periferie» per allestire un locale destinato ai due assistenti sociali.
«Abbiamo raccolto lamentele ed esigenze e ci siamo seduti ad un tavolo con residenti, referenti Aler, mamme, volontari della biblioteca e Aps, per dare decoro a questo rione — spiega l’assessore Moggi — . Coinvolgere tutti nell’organizzazione di manifestazioni socio-culturali, puntando sul Teatro Volta, e nei progetti anti degrado, ci sembra un primo passo verso la rinascita della Scala».