LE STRADE PER LE OLIMPIADI UN RAMMENDO NECESSARIO
Caro Schiavi, a proposito di Olimpiadi: si legge di infrastrutture esistenti e di altre che necessitano di lavori di adeguamento. Tutte opere peraltro legate alle discipline sportive e ai villaggi olimpici. Nulla invece si trova che dettagli la progettazione riferita alla viabilità, fosse stradale o ferroviaria. Ricordo per esempio che per Torino 2006, in alcuni tratti stradali vennero delimitate corsie con disegnati a terra «i 5 cerchi olimpici», ciò per agevolare i flussi di atleti e altri soggetti coinvolti. Allora si provi a pensare cosa potrà accadere da Milano in direzione Bormio e Livigno con le strade statali esistenti, che dovrebbero essere quelle a più alto scorrimento. Mostrano evidenti segni di inadeguatezza, risultano infatti sottodimensionate al traffico attuale, figuriamoci in futuro. Che dire poi di queste arterie quando subentrano incidenti tali da dover chiudere le carreggiate, rendendo spesso vano il tentativo di trovare una via alternativa. A Sondrio c’è addirittura una tangenziale che termina davanti a un passaggio a livello.
Qualcuno immagina una ferrovia che da Tirano porti sino a Bormio. Magari tra un po’ si leggerà di un adeguamento dell’aviosuperficie di Caiolo. Restano tanti punti interrogativi, certamente non limitati alla presenza o meno di progetti, ma soprattutto legati alla realizzazione di opere efficaci, sostenibili e sicure da realizzare per tempo. Opportunità per la Lombardia, per i valtellinesi e per le migliaia e migliaia di veicoli che Olimpiadi o meno transiteranno sempre lungo la valle dell’Adda, nel lecchese e da e verso Milano.
Caro Bacchetta, accessibilità e viabilità sono fondamentali per evitare isolamento e fuga dei giovani dalle valli lombarde e i grandi eventi sportivi, in questo caso le Olimpiadi invernali, sono un acceleratore per i collegamenti tra Milano e la Valtellina. Senza inutili scempi, per i Giochi del 2026 basterebbero i suoi suggerimenti considerando anche il fattore tempo: le grandi opere bruciano anni (venti per la tangenziale di Lecco, ci ricorda il lettore Alberto Roghi, ma non ne sono bastati 50 per migliorare la tradotta che attraversa la Valtellina su binario singolo, fino a Tirano…) e richiedono forti investimenti. Milano e la Lombardia non possono fare da soli, il governo non può chiamarsi fuori. A giugno sapremo il verdetto sulla candidatura, poi ci sarà (speriamo) da correre. In genere siamo bravi nelle difficoltà…