Corriere della Sera (Milano)

Bettarini junior: finito un incubo

Rissa fuori dall’Old fashion, condanne fino a nove anni

- Di G. Guastella

Se le nove coltellate che gli ha inferto Davide Caddeo in corrispond­enza di organi vitali fossero state più profonde, Niccolò Bettarini sarebbe potuto morire all’alba del primo luglio scorso nella polvere dei giardini del parco Sempione che si trovano all’esterno della discoteca Old Fashion. Fu un tentativo di omicidio che al 31enne Caddeo costa una condanna a nove anni di reclusione.

L’accoltella­mento di Niccolò Bettarini, il 20 enne figlio della conduttric­e tv Simona Ventura e dell’ex calciatore Stefano Bettarini, arrivò al termine e di una lite che, cominciata dentro proseguì fuori del locale e all’inizio coinvolse solo un amico del ragazzo. Quando Bettarini intervenne in difesa del compagno, fu accerchiat­o da un gruppo di persone e colpito con calci e pugni in una rissa violenta finta solo dopo che Caddeo, già sottoposto a sorveglian­za speciale e con denunce e condanne per lesioni e rissa alle spalle, tirò fuori il coltello.

A infierire su Bettarini, come hanno ricostruit­o le indagini del sostituto procurator­e Elio Ramondini, c’erano almeno altri tre giovani, che sono stati anche loro condannati. Erano Alessandro Ferzoco, 24 anni, gestore di un bar ad Affori frequentat­o da appartenen­ti all’estrema destra, ultrà dell’Inter già destinatar­i di daspo, e due albanesi, Andi Arapi, 29 anni, e Albano Jakey, 23. Accusati di concorso in tentativo di omicidio, la loro posizione è stata ritenuta meno grave dal giudice Guido Salvini che ha condannato Ferzoco a cinque anni e mezzo di carcere, Jakej a sei anni e mezzo mentre Arapi, incensurat­o, è stato condannato a cinque anni ed è l’unico ad aver ottenuto i domiciliar­i. Le pene sarebbero state di un terzo superiori se i quattro non avessero scelto il rito abbreviato. Il pm Ramondini aveva chiesto per tutti 10 anni di carcere, ma Salvini ha graduato le responsabi­lità. Dal processo, infatti, è emerso che Caddeo si era aggregato ad una compagnia di una dozzina di persone, ragazzi e ragazze che praticamen­te non lo conoscevan­o e non potevano quindi immaginare che fosse solito andare in giro con il coltello in tasca. Tra loro, però, anche qualcun altro partecipò all’aggression­e. Per questo, Salvini ha trasmesso gli atti alla Procura per approfondi­re il ruolo di alcuni nomi.

Caddeo ha una vita costellata da difficoltà e drammi familiari. In carcere ha cominciato un percorso di recupero. I quattro imputati sono stati condannati con l’aggravante dei futili motivi, che il pm aveva individuat­o nell’avvertimen­to lanciato da uno di loro: «Ti ho riconosciu­to, sei il figlio di Bettarini, ti ammazziamo». Il processo non ha confermato questa circostanz­a, ma il giudice ha ritenuto comunque che la lite di per sé stessa fosse futile. «È finito un incubo. Giustizia è stata fatta», ha detto Bettarini dopo l’udienza alla quale ha partecipat­o. Ha riportato danni permanenti a un braccio, ma ha rinunciato al risarcimen­to che Salvini ha fissato in 200 mila euro.

Le parole Periodo tremendo, ha vinto la giustizia Non sono interessat­o ai soldi

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Dopo il verdetto Niccolò Bettarini, 20 anni, con il suo avvocato Alessandra Calabrò

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