Regione, spese pazze tra condanne e veleni
Reato bipartisan, ora fondi tagliati
«Qualcuno ha davvero esagerato, altri facevano politica sul serio. Allora quelle erano le regole e la prassi consolidate da trent’anni. Oggi è tutto cambiato». È questo il commento ricorrente al Pirellone nel giorno delle condanne di 52 ex consiglieri regionali per le spese pazze con i soldi pubblici. Dal 2013 il budget per i gruppi consiliari è stato ridoto del 90 per cento rispetto al passato: tetto massimo di 5 mila euro all’anno per ciascun consigliere e tutto sottoposto a rendicontazione. «Aspettiamo i verdetti definitivi», dice il presidente del consiglio Alessandro Fermi. Ma Lega e M5S litigano.
Un po’ li difendono — per garantismo o per diretta conoscenza dei fatti — e un po’ li strozzerebbero con le loro mani, perché è proprio colpa degli episodi condannati di oggi se nel frattempo il budget a disposizione dei consiglieri regionali è stato ridotto del 90 per cento rispetto a quei bei tempi. Le 52 condanne di primo grado per i rimborsi gonfiati in Regione hanno scosso il Pirellone. La sentenza riguarda, tra gli altri, l’eurodeputato del Carroccio Angelo Ciocca (un anno e sei mesi), il figlio del fondatore della Lega, Renzo Bossi (due e ei), l’ex consigliera del Pdl Nicole Minetti (uno e otto), Stefano Maullu, ora europarlamentare di Fratelli d’Italia (uno e sei), Alessandro Colucci, ora deputato del gruppo misto (due e due) e l’attuale capogruppo leghista in Senato, Massimiliano Romeo (uno e otto). La pena più alta (quattro anni e otto mesi) per Stefano Galli, ex capogruppo della Lega in Regione. Ma tra i condannati figurano anche consiglieri dell’opposizione come Chiara Cremonesi, che guidava il gruppo di Sel (due e due), Luca Gaffuri allora capogruppo del Pd (uno e sei) e Stefano Zamponi, leader di Italia dei valori (due e quattro).
«Non sono tutti uguali», è il commento ricorrente tra gli attuali consiglieri, che raccontano di chi «esagerava» e di chi invece «faceva davvero attività politica sul territorio». Poi spiegano che quei misfatti erano possibili perché c’erano molti più soldi a disposizione e perché, «da sempre» quella era «la prassi»: spendere e farsi rimborsare. «Oggi la situazione è molto diversa — dice il capogruppo di Forza Italia, Gianluca Comazzi —: a partire dal 2013 il regolamento è stato modificato e il budget a disposizione dei gruppi consiliari drasticamente ridotto. Ogni piccola spesa deve essere giustificata e rendicontata». In effetti, nella legislatura successiva (quando Roberto Maroni era governatore) la legge regionale numero 3 del 2013 ha ridotto del 90 per cento il tetto di spesa per i gruppi, ai quali adesso viene concesso un massimo di 5 mila euro annui per ciascun consigliere, dietro presentazione di giustificativi. Ne risponde il capogruppo. E proprio da qui parte il ragionamento di Fabio Pizzul, che attualmente guida il Pd al Pirellone: «Ho già manifestato solidarietà e vicinanza all’amico Luca Gaffuri che si è trovato in questo processo soprattutto per il ruolo di capogruppo — commenta —. Non ho dubbi sulla
Forza Italia Comazzi: «La situazione in Regione adesso è diversa, ogni iniziativa deve essere giustificata»