I «buu» razzisti trasformati in messaggio positivo
Caso Koulibaly, l’Inter lancia la campagna antidiscriminazione. Anche sugli spalti del Meazza
«BUU, write it, don’t say it - Scrivilo, non dirlo». L’Inter ha lanciato ieri la campagna anti discriminazioni dopo gli ululati a Koulibaly durante Inter Napoli del 26 dicembre. Un «Buu» per non sentire mai più cori razzisti, che da ululati verso i giocatori di colore si trasformano in uno slogan positivo: « Brothers Universally United - Fratelli universalmente uniti». La campagna si apre con un video in cui il presidente Steven Zhang, il vice Javier Zanetti, il capitano Mauro Icardi oltre ad alcune leggende del club come Figo, si impegnano in prima persona e spiegano come rovesciare il senso del buu da discriminatorio a inclusivo. «Questa campagna vuole essere uno strumento concreto contro ogni forma di discriminazione e ribadisce con forza i valori nei quali l’Inter si identifica da quasi centoundici
Il pallone
La maglietta anni», ha sottolineato Steven Zhang che nel video mostra il palmo della manu con la scritta «Buu». «La campagna è stata voluta dal nostro presidente — spiega Matteo Pedinotti, Media Content Director dell’Inter —. I cardini sono fratellanza, uguaglianza, concetti che volevamo raccontare in maniera forte, diretta, anche aggressiva».
La mano
La sciarpa Come del resto hanno ricordato sia Zhang che Spalletti «i nostri tifosi sono speciali e meritano un calcio che sia portatore di valori positivi e inclusivi». Ma questa sera non potranno entrare a San Siro che apre le porte solo per ospitare 11.500 bambini. Lo stadio sarà tappezzato da «buu» scritti e non pronunciati e offrirà un’enorme coreografia che occuperà gli spalti ed evidenzierà il concept dell’iniziativa «Brothers Universally United». Non solo: sulla manica sinistra delle maglie che indosseranno Icardi e i suoi fratelli ci sarà la scritta «Buu, Brothers Universally United». E alcune di queste maglie verranno messe all’asta.