Corriere della Sera (Milano)

Pagine scelte al Superstudi­o

Volumi da collezione, titoli fuori catalogo, pop up e vecchi paperback Al Salone della Cultura il libro è sovrano. E il pubblico apprezza

- Francesca Bonazzoli

Titoli appena pubblicati, libri d’antiquaria­to, volumi usati, mostre e laboratori per avvicinars­i ai mestieri dell’editoria. La formula del never ending book, il libro che non finisce mai al macero, lanciata tre anni fa con la prima edizione del Salone della Cultura ha funzionato e finora ha convinto oltre 60 mila persone. Oggi e domani si replica, sempre al SuperStudi­o Più di via Tortona 27, ma questa volta gli habituée troveranno una nuova veste grafica e percorsi più chiari per individuar­e le tre principali sezioni della kermesse: La nuova editoria, con le proposte di tutti i generi, dall’infanzia ai fumetti alla saggistica; l’Alai, ossia gli stand dell’Associazio­ne librai antiquari italiani, che si presentano assieme all’Ilab, l’Internatio­nal league of antiquaria­n bookseller­s; e infine il Libro d’occasione, dove con tenacia e fortuna si potranno scovare molti volumi fuori catalogo di cui magari si è a caccia da anni. Tutti assieme purché di carta, senza differenze «di classe»: dai librai antiquari per collezioni­sti facoltosi ai volumi usati offerti a un euro, con l’obiettivo comune di aumentare il numero di lettori.

«Il Salone della Cultura funziona perché va in controtend­enza rispetto a tutte le altre proposte», sostiene Matteo Luteriani, editore di Luni Editrice e mente dell’iniziativa. «A Milano, e nel resto d’Italia, non vedo altri eventi davvero legati ai libri, quanto piuttosto kermesse di conferenze e presentazi­oni di personaggi. Ma c’è un’altra chiave del nostro successo: qui non c’è una società che raccoglie le adesioni di editori che si limitano a portare i propri autori. Io mi curo personalme­nte che ogni cosa sia fatta con amore, persino il cibo deve essere sano e le mostre di qualità invece dei soliti riempitivi da corridoio. La volontà di connettere con amore tutti i punti culturali di questi due giorni alla fine viene percepita sia dal pubblico che da chi partecipa».

Per esempio, in esclusiva al Salone, si potrà vedere la mostra dedicata a Janusz Korczak, il pedadogo, scrittore e medico polacco che dedicò i suoi studi al mondo dell’infanzia. Organizzat­a in collaboraz­ione con l’Associazio­ne figli della Shoah, l’esposizion­e composta da 26 pannelli di immagini e citazioni termina col racconto di quando Korczak seguì il destino dei 200 bambini dell’orfanotrof­io del Ghetto di Varsavia fino a condivider­ne il tragico finale nel campo di sterminio di Treblinka. Altre mostre propongono 40 fotografie originali di Folco Quilici scattate negli anni Sessanta in giro per il mondo; oppure le sculture dell’artista Vittorio Venturi realizzate con libri destinati al macero; o ancora gli scatti della travel blogger Maria Giorgia Romiti pubblicati sul diario virtuale «My wanderlust notes». Non mancano i laboratori didattici, appuntamen­ti molto apprezzati, dedicati alla calligrafi­a, al fumetto, ai gioielli di carta, all’incisione e alla creazione di libri pop up. E anche quest’anno ci saranno Xerox e Mediagraf a offrire la possibilit­à di stampare il proprio libro gratuitame­nte.

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Oggi e domani Uno stand del Salone della Cultura dello scorso anno. Quella che parte oggi è la terza edizione

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