Pagine scelte al Superstudio
Volumi da collezione, titoli fuori catalogo, pop up e vecchi paperback Al Salone della Cultura il libro è sovrano. E il pubblico apprezza
Titoli appena pubblicati, libri d’antiquariato, volumi usati, mostre e laboratori per avvicinarsi ai mestieri dell’editoria. La formula del never ending book, il libro che non finisce mai al macero, lanciata tre anni fa con la prima edizione del Salone della Cultura ha funzionato e finora ha convinto oltre 60 mila persone. Oggi e domani si replica, sempre al SuperStudio Più di via Tortona 27, ma questa volta gli habituée troveranno una nuova veste grafica e percorsi più chiari per individuare le tre principali sezioni della kermesse: La nuova editoria, con le proposte di tutti i generi, dall’infanzia ai fumetti alla saggistica; l’Alai, ossia gli stand dell’Associazione librai antiquari italiani, che si presentano assieme all’Ilab, l’International league of antiquarian booksellers; e infine il Libro d’occasione, dove con tenacia e fortuna si potranno scovare molti volumi fuori catalogo di cui magari si è a caccia da anni. Tutti assieme purché di carta, senza differenze «di classe»: dai librai antiquari per collezionisti facoltosi ai volumi usati offerti a un euro, con l’obiettivo comune di aumentare il numero di lettori.
«Il Salone della Cultura funziona perché va in controtendenza rispetto a tutte le altre proposte», sostiene Matteo Luteriani, editore di Luni Editrice e mente dell’iniziativa. «A Milano, e nel resto d’Italia, non vedo altri eventi davvero legati ai libri, quanto piuttosto kermesse di conferenze e presentazioni di personaggi. Ma c’è un’altra chiave del nostro successo: qui non c’è una società che raccoglie le adesioni di editori che si limitano a portare i propri autori. Io mi curo personalmente che ogni cosa sia fatta con amore, persino il cibo deve essere sano e le mostre di qualità invece dei soliti riempitivi da corridoio. La volontà di connettere con amore tutti i punti culturali di questi due giorni alla fine viene percepita sia dal pubblico che da chi partecipa».
Per esempio, in esclusiva al Salone, si potrà vedere la mostra dedicata a Janusz Korczak, il pedadogo, scrittore e medico polacco che dedicò i suoi studi al mondo dell’infanzia. Organizzata in collaborazione con l’Associazione figli della Shoah, l’esposizione composta da 26 pannelli di immagini e citazioni termina col racconto di quando Korczak seguì il destino dei 200 bambini dell’orfanotrofio del Ghetto di Varsavia fino a condividerne il tragico finale nel campo di sterminio di Treblinka. Altre mostre propongono 40 fotografie originali di Folco Quilici scattate negli anni Sessanta in giro per il mondo; oppure le sculture dell’artista Vittorio Venturi realizzate con libri destinati al macero; o ancora gli scatti della travel blogger Maria Giorgia Romiti pubblicati sul diario virtuale «My wanderlust notes». Non mancano i laboratori didattici, appuntamenti molto apprezzati, dedicati alla calligrafia, al fumetto, ai gioielli di carta, all’incisione e alla creazione di libri pop up. E anche quest’anno ci saranno Xerox e Mediagraf a offrire la possibilità di stampare il proprio libro gratuitamente.