Corriere della Sera (Milano)

Si consegna l’«Escobar» dei Balcani

In cella l’ex manager di Stato albanese Balili. Lo snodo Milano

- di Andrea Galli

C’ era lui, Kelmend Balili, ex manager di Stato, dietro i sette quintali di marijuana sequestrat­i nel 2016 e destinati a Milano. Il 48enne si è consegnato alla polizia sulle montagne del Sud dell’Albania. Frequenti in passato le visite in città, con avvistamen­ti in corso Vercelli e piazza della Repubblica. Poi la latitanza ma una continua regia sulle rotte della droga.

Lo chiamano l’«Escobar dei Balcani». A volte, i soprannomi sono fuori luogo. Ma in questo caso — il caso dell’albanese Kelmend Balili —, l’associazio­ne con lo stragista colombiano ha la sua ragione nella capacità d’essere un trafficant­e di droga e, nel contempo, un imprendito­re criminale con agganci pesanti fra le istituzion­i. Balili, 48 anni, si è consegnato nelle campagne del distretto di Delvina, Sud dell’Albania, direttamen­te al capo della polizia Ardi Veliu, dopo tre mesi di trattative. Si è arreso pretendend­o il rispetto di due condizioni: nessuna violenza durante il trasferime­nto in prigione e la promessa della polizia di non vendersi l’arresto come proprio merito. Anche se, alla fine, lo è stato. La parte più interessan­te comunque inizia adesso. Balili, già importante manager di Stato, è un giramondo custode di segreti. E molti portano direttamen­te qui in città.

La «rete» italiana

Il Corriere della Sera si era occupato di Balili nel 2016, dopo il sequestro al largo della Grecia di sette quintali di marijuana. Secondo il Gico della Guardia di finanza, che aveva condotto quell’operazione e indagato su chi aveva gestito il carico, la droga, che sarebbe dovuta sbarcare in Salento, era destinata a Milano. Gli investigat­ori s’erano detti certi che dietro quei quintali ci fosse lui, Balili, allora latitante in Grecia, uomo appassiona­to delle visite in città e in particolar­e delle zone di corso Vercelli e piazza della Repubblica. Custodisce un corposo elenco di nomi, ramificazi­oni e agganci, appartamen­ti utilizzati come basi e depositi per nasconderc­i lo stupefacen­te. Due zone (quella di Abbiategra­sso e il Pavese) sarebbero strettamen­te riconducib­ili a lui.

I motivi della resa

Un esperto di droga, profondo analista degli scenari interconti­nentali e sempre in forza alla Guardia di finanza, suggerisce questa chiave di lettura: «Di solito, se ti consegni, lo fai perché hai paura di venire assassinat­o e sei obbligato a chiedere aiuto alla polizia. Oppure, si sono frantumate tutte le protezioni che avevi, protezioni sia criminali che istituzion­ali, e non hai scelta... Meglio la galera che una bara... O ancora, terza e ultima ipotesi, vuoi mandare un messaggio diretto ai tuoi soci in affari: attenzione che il momento è delicato, restate coperti il più possibile, rallentate gli spostament­i di droga perché ci stanno addosso...».

L’escalation del boss All’inizio era stato lo sfruttamen­to della prostituzi­one, nei lontani anni Novanta. Le prime emigrazion­i di massa dall’Albania e l’arrivo in Italia, senza distinzion­e, di brava gente e malavitosi evasi dalle carceri che avevano portato sulle strade le schiave minorenni. Alcuni balordi avevano investito i soldi del racket nella droga. Per lo più, marijuana. Negli ultimi cinque anni, c’è stato il salto di qualità, con l’«ingresso» nella cocaina, le alleanze con la ’ndrangheta che ha «avallato» la distribuzi­one, e i rapporti coi colombiani. Una delle più ricorrenti forme di pagamento è basata sullo scambio della materia,

Gli affari in città

Le ragioni della mossa del narcos che frequentav­a corso Vercelli e Repubblica

ad esempio l’acquisto di cocaina con la vendita di marijuana oppure, come succede con i turchi, di eroina. Non sono passaggi automatici, anzi: il tradiziona­le e più semplice vecchio sistema di controllo della marijuana ha profonde differenze con il mondo della cocaina. Balili era riuscito nella scalata, coperto da pezzi grossi del governo albanese e sicuro degli appoggi a Milano. Bisognerà vedere se in cella se ne starà zitto oppure, per proteggers­i ulteriorme­nte, canterà, tirerà giù qualcun altro ed eventualme­nte chi.

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(Mianews) Sovranisti Bandiere e fumogeni all’Arco della Pace
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Corriere ?? Chi è ● L’albanese Kelmend Baliliè stato un manager di Stato di primo livello e ha usato il ruolo istituzion­ale per entrare attivament­e nel traffico europeo di droga● Il narcos si è mosso a lungo tra la Grecia e l’Italia. Nel 2016 il raccontò i sette quintali di marijuana che dopo lo sbarco in Puglia arrivarono a Milano: dietro c’era proprio lui, Balili
(foto) Corriere Chi è ● L’albanese Kelmend Baliliè stato un manager di Stato di primo livello e ha usato il ruolo istituzion­ale per entrare attivament­e nel traffico europeo di droga● Il narcos si è mosso a lungo tra la Grecia e l’Italia. Nel 2016 il raccontò i sette quintali di marijuana che dopo lo sbarco in Puglia arrivarono a Milano: dietro c’era proprio lui, Balili

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