In Tribunale un puzzle di parapetti pericolosi
Parapetti, balconate e corrimani pericolosi Nessun intervento dopo il dossier sulla sicurezza
I medici non nutrono molte speranze sul recupero delle gambe da parte del giovane avvocato precipitato per disgrazia venerdì per sei metri dal quarto piano della Procura da una delle basse balaustre di cui era stata denunciata la pericolosità nel 20152016-2017 e ancora due mesi fa. Quelle del Palazzo di Giustizia, del resto, sono un puzzle assurdo di situazioni eterogenee. Nell’atrio del terzo piano su Porta Vittoria, ad esempio, si affacciano balconate del quarto piano schizofreniche, nel senso che qui anni fa vennero quasi tutte chiuse con vetrate a completa o mezza altezza, mentre sul lato di via Freguglia ce ne sono ancora di non chiuse. Le scalinate che scendono hanno parapetti in muratura di 80 centimetri, mentre quelli invece di altre scale che collegano i piani misurano 60 centimetri, rialzati anni fa da un corrimano di legno sino a 95 centimetri. Ma al quarto piano, sul lato San Barnaba, nel passaggio che collega i vari corridoi e ammezzati, un affaccio sull’atrio sottostante è protetto, si fa per dire, da un parapetto alto solo 75 centimetri. Ancora diverse, pur comunque tutte basse, le aperture dell’ammezzato del quarto piano e di altri piani sugli atri sottostanti, cintate da un parapetto di muratura di 60 centimetri, che diventano 90 se si conta il segmento di ringhiera (e curiosamente 115 soltanto su un corridoio del quarto piano su San Barnaba). E gli scaloni nobili centrali da Porta Vittoria, che hanno un corrimano con tanto vuoto in mezzo (perché i piantoni che lo reggono sono orizzontalmente distanziati ben 72 centimetri l’uno dall’altro) non hanno altre difese da queste possibili cadute laterali.