Don Renzo Beretta il prete di frontiera ucciso al confine
«Non è nulla, voleva solo spaventarmi…». Accoltellato a morte da un immigrato al quale aveva offerto assistenza, don Renzo Beretta ha sussurrato queste ultime parole al sacerdote accorso in suo aiuto. Era il 20 gennaio del 1999 e pochi istanti dopo il parroco di Ponte Chiasso che aveva accolto in parrocchia decine di profughi chiudeva gli occhi per sempre. «Vent’anni di profezia», è il messaggio scelto dalla diocesi di Como per ricordare il «prete di frontiera che lavorava con il Vangelo in mano», morto a 78 anni, ucciso da un marocchino che già aveva ricevuto un decreto di espulsione. Nominato parroco del quartiere di Como a ridosso della Svizzera nel 1984, don Renzo ha svolto la sua missione sulla strada lunga poco più di 100 metri che dalla sua chiesa arriva al confine. «Lo scenario del dramma dell’immigrazione, quando questo dramma ancora non era sotto i riflettori», come aveva spiegato l’amico padre Cornelius Koch, impegnato sullo stesso fronte dall’altra parte del confine. «Quel breve tratto di strada sembrava essere diventato per lui lo scenario della parabola del samaritano». Don Renzo aveva ricavato uno spazio in un locale accanto alla chiesa e aveva affisso sulla porta la targa: «Ufficio assistenza stranieri». La fila di persone che bussava a quella porta si era via via allungata e il sacerdote offriva a tutti cibo e un materassino per dormire. «I nove posti iniziali — ricordano i suoi collaboratori —, erano diventati cinquanta e di fronte all’emergenza aveva usato anche un locale adibito a confessionale». Como non ha dimenticato il sacrificio del parroco: «L’impegno di don Renzo per gli ultimi è tema di spiazzante attualità — sottolineano dalla diocesi —. La sua morte non fu vana. Da quel fatto tragico, in città e in diocesi, si sviluppò l’esperienza dei centri di ascolto Caritas e dei diversi servizi di aiuto, attività che continuano ancora oggi. Don Renzo prima di tutto fu un sacerdote generoso, attento alle persone a lui affidate e che seppe fare determinate scelte di vita proprio per il modo in cui fu prete». Oggi, nel ventesimo anniversario della morte, alle 10.30 sarà officiata una messa al cimitero di Monte Olimpino. Il vescovo monsignor Oscar Cantoni celebrerà invece la messa alle 17.30 nella parrocchia di Ponte Chiasso. In questa occasione, la Caritas lancia il progetto «Como città di confine», piano di accoglienza per persone in difficoltà economica con un’attenzione particolare al reinserimento nella società. Nel solco tracciato dal prete di frontiera che nel suo testamento scriveva: «Spero d’aver servito, così come sono stato capace. Quello che ancora ho, non mi è mai appartenuto. Ho ricevuto tutto, tutto appartiene a chi è nel bisogno».