TOMBE EBRAICHE AL MUSOCCO SE LA MEMORIA È TRASCURATA
Le auguro di essere come Highlander e mi candido a intervistarla in occasione del suo centesimo compleanno: il ceppo familiare è buono, sicuramente meglio dell’aria che respiriamo a Milano. C’è un allarme sanitario (morti premature dovute alle polveri sottili, 436 mila solo in Europa, fonte Aiea) e una sottovalutazione del problema inquinamento (lo chieda ai medici Mannucci, Montano, Boffi e al nostro Harari). Libero di pensarla diversamente, ma non è un bluff dire che la pianura padana è l’area più inquinata d’Europa. Io credo sia giusto battersi per cambiare aria. Mi chiedo da tempo perché il Comune non sia stato sollecito a sistemare il piazzale della stazione di Porta Genova sia sotto il profilo della viabilità sia sotto quello della sicurezza come invece fatto per altri siti della città. Rotaie, pavé divelto, marciapiedi e banchine dal manto dissestato, attraversamenti pericolosi, tram, taxi, eccetera. In Porta Genova c’è una stazione raggiunta quotidianamente dai pendolari della S9, un parcheggio, l’uscita del metrò e si va alla Darsena e al Naviglio: un luogo per niente ameno e interessato, specie nel weekend, al traffico della movida visti i
Cimitero Maggiore Caro Schiavi andando a salutare i miei cari al cimitero Maggiore o Musocco, mi sono imbattuto per caso nel campo ebraico, che ho trovato in condizioni di completo abbandono. C’è un cimitero ebraico «nuovo» in un’altra parte, ma mi sono chiesto come mai queste tombe, e solo queste, giacciano in uno stato di affascinante abbandono da lungo tempo. Mi hanno fatto ricordare il celeberrimo vecchio cimitero ebraico di Praga (nella Repubblica Ceca). Ci sarà una ragione?
Caro Albertini, sono pronto a chiedere scusa, ma non credo che il degrado di queste vecchie tombe risponda a una precisa ragione.
Siamo piuttosto davanti a un triste abbandono che non sappiamo a chi imputare: alla mancanza di parenti, a una zona franca o alla banale sciatteria.
Lei però ha fatto un paragone azzardato: Praga è un’altra cosa. Lì il sangue si gela davanti all’ammasso di lapidi sovrapposte, una contro l’altra, in un silenzio irreale che sprofonda nella Storia: il cimitero ebraico è una meta turistica, un monumento storico, la memoria di un popolo.
È pur sempre vero che anche le tombe del cimitero Maggiore, così come le ha viste e fotografate, sono una testimonianza.
Ma lasciate così, con le radici, le foglie secche e le iscrizioni scrostate, lasciano anche a noi il dubbio: sarà davvero voluto?
Questa sintesi è perfetta per un manifesto del buon ospedale. Niente da togliere e niente da aggiungere.
Mi auguro che nello stesso grattacielo Unicredit, oltre allo spazio dedicato agli animali, esistano ampi spazi di asili nido per i cuccioli umani.
L’asilo nido c’era, era previsto nel Pavillon realizzato dall’architetto de Lucchi, ma il Pavillon è stato venduto da Unicredit a Coima e non so che fine abbia fatto.
Il cortile della scuola Galimberti, quartiere Isola, era stato chiuso alcuni anni fa e dichiarato inagibile dalla dirigente scolastica in seguito a un incidente a un alunno. Per sensibilizzare le istituzioni e accelerare la riapertura il 27 ottobre, durante l’inaugurazione ufficiale della Biblioteca degli Alberi, è stato organizzato un flash mob per portare la questione all’attenzione della giunta. Da quel momento è iniziato un proficuo dialogo con gli assessori Maran e Galimberti, che ha portato alla riapertura del cortile.
Il 20 dicembre si è concretizzato tutto con l’inaugurazione ufficiale, durante la quale l’assessore Galimberti, notando alcuni «sampietrini» fuori posto, aveva dichiarato di volere concludere definitivamente i lavori di riqualificazione entro la riapertura della scuola, il 7 gennaio. L’operazione è stata completata ma dell’utilizzo del cortile non si sa nulla. Il cortile resta precluso. E nessuno sa dirci perché.
Il cortile dimenticato
Se tutto è a posto, sarà questione di giorni o di ore. Forse si è solo inceppata una fotocopiatrice...