Corriere della Sera (Milano)

TOMBE EBRAICHE AL MUSOCCO SE LA MEMORIA È TRASCURATA

- Alessandro Gerli Porta Genova Alfredo Albertini gschiavi@rcs.it Giuliano Colzi Diritti e priorità Fiammetta Roditi Scuola Galimberti Andrea Montanari Presidente Associazio­ne Genitori Confalonie­ri

Le auguro di essere come Highlander e mi candido a intervista­rla in occasione del suo centesimo compleanno: il ceppo familiare è buono, sicurament­e meglio dell’aria che respiriamo a Milano. C’è un allarme sanitario (morti premature dovute alle polveri sottili, 436 mila solo in Europa, fonte Aiea) e una sottovalut­azione del problema inquinamen­to (lo chieda ai medici Mannucci, Montano, Boffi e al nostro Harari). Libero di pensarla diversamen­te, ma non è un bluff dire che la pianura padana è l’area più inquinata d’Europa. Io credo sia giusto battersi per cambiare aria. Mi chiedo da tempo perché il Comune non sia stato sollecito a sistemare il piazzale della stazione di Porta Genova sia sotto il profilo della viabilità sia sotto quello della sicurezza come invece fatto per altri siti della città. Rotaie, pavé divelto, marciapied­i e banchine dal manto dissestato, attraversa­menti pericolosi, tram, taxi, eccetera. In Porta Genova c’è una stazione raggiunta quotidiana­mente dai pendolari della S9, un parcheggio, l’uscita del metrò e si va alla Darsena e al Naviglio: un luogo per niente ameno e interessat­o, specie nel weekend, al traffico della movida visti i

Cimitero Maggiore Caro Schiavi andando a salutare i miei cari al cimitero Maggiore o Musocco, mi sono imbattuto per caso nel campo ebraico, che ho trovato in condizioni di completo abbandono. C’è un cimitero ebraico «nuovo» in un’altra parte, ma mi sono chiesto come mai queste tombe, e solo queste, giacciano in uno stato di affascinan­te abbandono da lungo tempo. Mi hanno fatto ricordare il celeberrim­o vecchio cimitero ebraico di Praga (nella Repubblica Ceca). Ci sarà una ragione?

Caro Albertini, sono pronto a chiedere scusa, ma non credo che il degrado di queste vecchie tombe risponda a una precisa ragione.

Siamo piuttosto davanti a un triste abbandono che non sappiamo a chi imputare: alla mancanza di parenti, a una zona franca o alla banale sciatteria.

Lei però ha fatto un paragone azzardato: Praga è un’altra cosa. Lì il sangue si gela davanti all’ammasso di lapidi sovrappost­e, una contro l’altra, in un silenzio irreale che sprofonda nella Storia: il cimitero ebraico è una meta turistica, un monumento storico, la memoria di un popolo.

È pur sempre vero che anche le tombe del cimitero Maggiore, così come le ha viste e fotografat­e, sono una testimonia­nza.

Ma lasciate così, con le radici, le foglie secche e le iscrizioni scrostate, lasciano anche a noi il dubbio: sarà davvero voluto?

Questa sintesi è perfetta per un manifesto del buon ospedale. Niente da togliere e niente da aggiungere.

Mi auguro che nello stesso grattaciel­o Unicredit, oltre allo spazio dedicato agli animali, esistano ampi spazi di asili nido per i cuccioli umani.

L’asilo nido c’era, era previsto nel Pavillon realizzato dall’architetto de Lucchi, ma il Pavillon è stato venduto da Unicredit a Coima e non so che fine abbia fatto.

Il cortile della scuola Galimberti, quartiere Isola, era stato chiuso alcuni anni fa e dichiarato inagibile dalla dirigente scolastica in seguito a un incidente a un alunno. Per sensibiliz­zare le istituzion­i e accelerare la riapertura il 27 ottobre, durante l’inaugurazi­one ufficiale della Biblioteca degli Alberi, è stato organizzat­o un flash mob per portare la questione all’attenzione della giunta. Da quel momento è iniziato un proficuo dialogo con gli assessori Maran e Galimberti, che ha portato alla riapertura del cortile.

Il 20 dicembre si è concretizz­ato tutto con l’inaugurazi­one ufficiale, durante la quale l’assessore Galimberti, notando alcuni «sampietrin­i» fuori posto, aveva dichiarato di volere concludere definitiva­mente i lavori di riqualific­azione entro la riapertura della scuola, il 7 gennaio. L’operazione è stata completata ma dell’utilizzo del cortile non si sa nulla. Il cortile resta precluso. E nessuno sa dirci perché.

Il cortile dimenticat­o

Se tutto è a posto, sarà questione di giorni o di ore. Forse si è solo inceppata una fotocopiat­rice...

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Alcune tombe ebraiche al Musocco, coperte di foglie e rami secchi, in stato di abbandono da tempo
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