Nel girone del Serd
Viaggio nell’ambulatorio di via Gola tra personale medico, educatori e assistenti sociali. Trenta persone in tre ore. E i giovani chiedono: quando dobbiamo preoccuparci?
Sostegno
Approfondisce cos’è il mischione: spinello, alcool, pastiglia «non sappiamo il nome». Hanno una domanda centrale: «Quando ci dobbiamo preoccupare?».
La risposta forse colpisce nel segno: «Quando le sostanze cominciano a farvi compagnia». I tre si guardano, muti. Paiono riflettere. Ma poi si alzano e se ne vanno vaghi anche se uscendo accettano di prendere il volantino degli incontri organizzati per i ragazzi. Il prossimo è «Non sono un pollo».
«Gli under 19 sono una nicchia rispetto alla nostra utenza, il cinque per cento circa, ma cresce e soprattutto c’è tantissimo sommerso su cui lavorare — sottolinea Sacchi —. Bisogna prenderli precocemente. Sono quelli più difficili da agganciare. Alcuni sono totalmente in “luna di miele” con la sostanza, non hanno neppure consapevolezza di essere cascati in quella terribile trappola che è la dipendenza».
Strutturarsi meglio è un’urgenza. Ci vuole un sistema integrato che includa non solo Serd e comunità ma anche scuole, famiglie, medici di base, strutture di ricovero ospedaliero e servizi sul territorio. Servono percorsi di recupero «clinico e umano», tagliati su misura, che facciano leva sull’autostima. «Le comunità sono poche, piene e in situazioni cliniche complesse non adatte per cure che sono anche farmacologiche. E in ogni modo richiedono un prima e un dopo», non si stanca di ricordare Riccardo Gatti del dipartimento dipendenze Asst Santi Paolo e Carlo.
Le famiglie arrivano a denunciare i figli sperando in una condanna penale che forzi le comunità a tenerli in cura. Ma è efficace? «I ragazzi che hanno una grave dipendenza sono grandissimi manipolatori. Fanno sentire chi sta loro vicino in colpa per i loro stessi fallimenti, quando scappano dalle comunità. Ma i primi e gli unici che devono volersi curare sono loro. Senza forza di volontà, niente è efficace: il recupero non inizia davvero».