Dora Maar, un ritratto tra arte e vita
Teatro Filodrammatici
All’anagrafe era Henriette Theodora Markovitch. Ma tutti la conoscevano come Dora Maar (1907-1997), musa dei surrealisti nella spumeggiante Parigi artistica dell’epoca, a sua volta apprezzata fotografa. Almeno fino al 1937. Anno cruciale in cui, soggiogata da un amore assoluto per Pablo Picasso, si lascerà convincere a lasciare la fotografia per abbracciare, con mediocri risultati, la carriera di pittrice. La relazione con Picasso, durata cinque anni, la fa impazzire: poco a poco si chiude in un’esistenza fatta di meditazione, preghiera e solitudine, una clausura volontaria e misteriosa, che dura fino alla sua morte e alla quale nessuno sarà ammesso. L’artista di successo, la donna spezzata da un amore malato e la mistica dallo spirito sempre più raffinato. Questi tre momenti della vita di Dora Maar hanno affascinato Ferdinando Bruni e Francesco Frongia, anche regista, che le hanno dedicato «Ritratto di Dora M.», in scena al Teatro Filodrammatici dadomani a domenica 17 febbraio (via Filodrammatici 1, ore 21, merc. e ven. ore 19.30, dom. ore 16, € 2211), con protagonista Ginestra Palladino, drammaturgia di Fabrizio Sinisi e musiche di Carlo Boccadoro. (c.c.)