Lega e Vangelo Stop dalla Chiesa
È polemica sull’insegna apparsa nel centro di Lecco
LECCO «Dal Vangelo secondo Matteo: porti chiusi». Caratteri cubitali, lettere rigorosamente verde padano. Lungo diversi metri, lo striscione è apparso da un paio di giorni tra i due balconi di uno degli edifici storici che si affacciano sulla centralissima piazza XX Settembre di Lecco, che dista pochi passi dalla basilica di San Nicolò. Impossibile non vederlo.
A esporlo, all’indomani del comizio del ministro degli Interni Matteo Salvini in piazza Duomo, Lucia Cagliani, storica militante della Lega.
Ed è scoppiata la polemica. Prima in rete, con una pioggia di commenti sui social, poi con la dura presa di posizione del prevosto di Lecco, don Davide Milani. «Il Vangelo per i cristiani è l’esperienza di salvezza che una comunità ha fatto e fa di Gesù, è la buona notizia di Dio: ci ferisce vederlo stravolto in uno slogan politico», spiega il religioso, che pur preferendo non entrare nel merito della questione, la chiusura dei porti ai migranti, si dice sconcertato per i toni.
«Mercoledì sera a margine del consiglio pastorale, noi sacerdoti insieme ai laici, abbiamo condiviso l’amarezza per questo uso strumentale del Vangelo».
Don Davide misura le parole e invita al dialogo, ma il messaggio è chiaro. «Mi piacerebbe incontrare chi ha pensato questa scritta — dice —. Conoscere che cosa volesse esprimere citando in quel modo il libro sacro e raccontare cosa rappresenta per me, per noi, il Vangelo».
Una voce che non appare isolata. Solo pochi giorni fa il post in rete del rettore del collegio Volta di Lecco, don Cristiano Mauri, con un chiaro riferimento al comizio di Matteo Salvini: «Chi ha problemi col restare umani, ha problemi col Vangelo. E grossi. Al netto dei rosari, dei santi patroni e del cuore immacolato di Maria». Intanto nel pomeriggio di ieri due agenti della polizia locale hanno raggiunto l’abitazione da cui campeggia lo striscione per chiedere di rimuoverlo. In cambio hanno ottenuto un secco no.
«Non ci penso nemmeno», la replica di Lucia Cagliani, attivista fin dagli esordi del movimento fondato da Umberto Bossi, in passato consigliere comunale a Lecco e attualmente nel direttivo cittadino. «L’ho appeso perché sono convinta di quello che c’è scritto e voglio manifestare la mia solidarietà a Salvini, leader carismatico e gran trascinatore. Mi spiace se ho offeso la sensibilità del prevosto, non era nelle mie intenzioni. Forse dovevo mettere la parola Vangelo tra virgolette, ma mi è venuto così. In ogni caso se vuole parlarmi, la mia porta è sempre aperta. Per altro mi pare molto più grave la scritta anarchica che invoca il rogo per le sedi della Lega che da settimane appare su un muro qui vicino».
Di un’iniziativa personale parla il commissario provinciale del Carroccio, Stefano Parolari, che preferisce non dar fuoco alle polveri.
Mentre in serata è arrivata la nota di due esponenti del direttivo provinciale di Forza Italia: «Con i rosari e gli striscioni si svilisce la fede, rendendola oggetto di propaganda elettorale. La Lega continui pure nell’opera di delegittimazione delle istituzioni che guida, ma lasci da parte quelle universali» — tuonano Beppe Mambretti e Carlo Piazza.
Il prevosto Il Vangelo è esperienza di salvezza Ferisce vedere stravolto il messaggio per scopi politici Ma vorrei incontrare chi ha scritto il cartello per parlare del senso del testo sacro