Formenton L’editore sogna in musica
Luca Formenton da 26 anni guida il marchio «Il Saggiatore» Nipote di Arnoldo Mondadori, unisce l’amore per libri e spartiti «Iscritto al conservatorio, non ero diligente: sono un ascoltatore» Ora ha creato un’orchestra-laboratorio per giovani talenti
Luca Formenton, nipote di Arnoldo Mondadori, da 26 anni è presidente de «Il Saggiatore». Accanto alla passione per i libri coltiva quella per la musica, che ora mette in pratica con un’orchestra molto speciale, LaFil.
Se tuo nonno si chiamava Arnoldo Mondadori e tuo padre, Mario Formenton, ha diretto per anni la casa editrice, il destino sembra segnato. Difatti Luca Formenton di tanta genia è il degno epigono. Da 26 anni presidente de «Il Saggiatore» ha saputo dare nuova linfa e identità allo storico marchio fondato nel 1958 da suo zio, Alberto Mondadori (la sede è in via Melzo). Da cui ha ereditato non solo l’amore e la genialità per i libri, ma anche la corda pazza per la musica. Passione che Luca coltiva da sempre e ora mette in pratica con un’orchestra molto speciale, LaFil. «In un certo senso la realizzazione di un sogno di bambino: sono un direttore mancato — confessa ironico —. A 11 anni mettevo sul giradischi le Sinfonie di Beethoven dirette da Toscanini, salivo su uno sgabello e passavo ore a gesticolare con una bacchetta. Mi ero anche iscritto al Conservatorio di Verona, corso di pianoforte con il maestro De Mori, che mi rimproverava perché suonavo a orecchio senza costanza nè disciplina. Ho capito che non sarei mai diventato un esecutore, ma un ascoltatore sì».
Ascoltatore onnivoro, lirica soprattutto, ma non solo. Molti i titoli di storia della musica pubblicati dal Saggiatore, e ora un’orchestra nuova di zecca. Impresa ardua oggi in Italia per chiunque del mestiere, temeraria per uno che si occupa di carta stampata. «Ma certe follie si devono fare re, sono il sale della vita — ribatte —. L’idea non è mia. A parlarmene una sera d’estate a Sestri Levante sono stati due amici, Roberto Tarenzi, prima viola del Quartetto Borciani e Carlo Maria Parazzoli, primo violino di Santa Cecilia e figlio dello scrittore Ferruccio Parazzoli che conosco bene. Quella che avevano progettata, insieme con Daniele Gatti, era una formazione diversa da ogni altra, dove maestri di lunga esperienza scelgono le migliori promesse per suonainsieme. Un’orchestra laboratorio, elastica, itinerante, capace di dare ai giovani una vera opportunità di crescita, di lavoro, e di coinvolgere il pubblico in ogni fase, prove comprese. Un’idea formidabile. Ho gettato il cuore oltre l’ostacolo». Formenton si butta a capofitto. Coinvolge la sindaca di Sestri Valentina Ghio, che offre come residenza dell’orchestra l’ex Convento dell’Annunciata sulla Baia del Silenzio. «Un luogo ideale per ospitare gli allievi e i maestri, gli italiani da La Scala e Santa Cecilia, l’Opera di Roma, il Comunale di Bologna, il Regio di Torino, il Maggio Fiorentino, il Verdi di Trieste, e sul fronte estero, dai Wiener e Mahler Chamber. In tutto 23 prime parti e 57 giovani. La prima sede c’era, a tempi record tutto il resto: la fondazione, il logo, il nome, LaFil, agile, sbarazzino, in linea con la nostra filosofia».
Primo concerto lo scorso luglio a Sestri. «Il momento più emozionante? Il primo minuto in cui l’orchestra guidata dal bravissimo Marco Seco, 32 anni, italo-argentino, quarto socio fondatore con Tarenzi, Parazzoli e me — ha attaccato l’Italiana di Mendelsshon. Vederli e sentirli suonare insieme con tanta passione è stato meraviglioso». Secondo e terzo concerto tra breve a Milano, al Palazzo delle Scintille di Citylife, con Gatti nell’integrale delle Sinfonie di Schumann. Il 31 maggio la Prima e la Terza, il 2 giugno la Seconda e la Quarta. «Sarà la vera inaugurazione. Milano è la nostra seconda sede, il sindaco Sala e l’assessore Del Corno ci hanno sostenuti dall’inizio, una forma di collaborazione pubblico/privato sul modello di Bookcity, la cui prossima edizione avrà come evento di chiusura un concerto de LaFil con il Teatro Due di Parma». Nel frattempo, a luglio l’orchestra eseguirà sei concerti a Sestri mentre, dal 25 ottobre tornerà a Milano, di nuovo con Gatti e un’altra integrale sinfonica, quella di Brahms. E i finanziamenti? «I primi fondi li abbiamo messi noi soci, ma ora prende il crowdfunding. LaFil ce la farà. Questa orchestra mette insieme tutto: competenza, passione, energie, voglia di sperimentare. E in più siamo tutti amici. Non mi sono mai divertito così tanto».
Da bambino
A 11 anni mettevo sul giradischi le Sinfonie di Beethoven dirette da Toscanini, salivo su uno sgabello e passavo ore con la bacchetta
I fondatori
Certe follie si devono fare, sono il sale della vita. L’idea di un’orchestra non è mia, ma l’ho trovata eccezionale