I miei brani made in Nolo
Bassi Maestro al festival Mi Ami
Èuna figura di riferimento dell’hip hop italiano: ha esordito come rapper negli anni 90, co-fondato l’etichetta Sanobusiness, collaborato con colleghi quali Sottotono, Guè Pequeno, Mondo Marcio, Mecna, Emis Killa e Fabri Fibra, collezionato collaborazioni con big internazionali quali Coolio, Rakim e Busta Rhymes. Ma ora Bassi Maestro dice basta: «Da genere interessante e rivoluzionario qual era, l’hip hop negli ultimi anni è diventato nazional-popolare, si è globalizzato appiattendosi su standard che di innovativo hanno poco». Da qui la svolta: il 45enne milanese Davide Bassi pubblica oggi «North of Loreto», che presenterà domani al «Mi Ami». Un album tra funk elettronico e disco
music, con influenze soul, voci robotiche e vari ospiti: si va dal nostro Ghemon a Domino, storico rapper di Long Beach, alla nippo-americana Saucy Lady, ingaggiata per una rilettura del classico pop giapponese «Plastic Love». E sì, il titolo è un omaggio a NoLo, com’è stato ribattezzato il quartiere tra via Padova e viale Monza, simbolo della Milano che cambia. Bassi, come mai questo tributo?
«Ho lo studio di registrazione in quella zona da circa 10 anni ed è incredibile la metamorfosi cui ho assistito. Prima c’era degrado; poi, a un certo punto, hanno cominciato a spuntare locali e barettini, sono state risistemate rotonde e aiuole. Ora, grazie sia al Comune sia alle iniziative private, è tutto più vivibile, stimolante».
E lei ha deciso di cambiare direzione artistica…
«Esatto. Forse è difficile da capire, dato che sono 25 anni che faccio rap, ma quel mondo non mi rispecchia più. Non rinnego il passato, però ho scelto di passare ad altro, ripescando le influenze anni 80 di quand’ero giovane e ho iniziato a mettere i dischi. Adesso ho voglia di tornare sul palco».
Che tipo di concerto proporrà al Mi Ami?
«Questo album è pensato per essere suonato dal vivo, per cui tastiere, batteria, percussioni e tutta la strumentazione elettronica si uniranno a una parte d’intrattenimento fatta di visual anni 80. L’intento sarà di far ballare il pubblico, anche con cover e tributi, per esempio a Michael Jackson e Herbie Hancock».
Nei quartieri popolari la gentrificazione spinta può portare a un aumento dei prezzi delle case e dei servizi: a NoLo sta accadendo?
«Non ancora, sarà che ci vivono tanti studenti. Un supermercato è passato a un grosso marchio, ma finché convive col negozietto “tutto a 1 euro” va bene. C’è una bella atmosfera, io collaboro spesso col Ghe Pensi Mi per serate e dj-set, e ho promosso “North of Loreto” distribuendo gratuitamente delle magliette in alcuni negozi della zona. Questo proprio nell’ottica di evitare i megastore e di dare visibilità a realtà come Bici&Radici e Fatto da Yo!. Dopodiché vorrei sfruttare la rete di artisti internazionali con cui sono entrato in contatto negli anni per arrivare al mercato estero». Che cosa le manca della Milano anni 90, epoca in cui esordì con «Contro gli estimatori»?
«Lo spirito di aggregazione più genuino, spontaneo, talvolta selvaggio. Oggi ci sono più eventi, ma si fatica a comunicare e si bada troppo ai numeri».