Corriere della Sera (Milano)

Duello Sala-Bonisoli per Piazza d’Armi Sgambetto dei vincoli al piano del Demanio

Rischia di saltare il trasferime­nto degli uffici statali

- Maurizio Giannattas­io

L’operazione era in rampa di lancio. Dopo che a maggio dell’anno scorso era andato deserto il bando per la riqualific­azione di Piazza d’Armi, Invimit, la società di gestione del risparmio del ministero dell’Economia, proprietar­ia dell’area, aveva individuat­o un possibile investitor­e. Non uno qualsiasi, ma un investitor­e istituzion­ale, quell’Agenzia del Demanio che dopo aver abbandonat­o l’idea di riunificar­e tutti i suoi uffici milanesi a Città Studi, orfana delle facoltà scientific­he della Statale e dell’Istituto dei Tumori, si era detta interessat­a a lavorare su Piazza d’Armi. Quindi non un privato o uno speculator­e, ma un pezzo dello Stato. Si era modificato, d’intesa con il Comune, anche l’ultimo progetto dello studio d’architettu­ra Freyrie Flores che prevedeva la realizzazi­one di una serie di palazzine intorno al perimetro del parco proprio per lasciare intatto il verde. Invece che costruire intorno al parco si sarebbe lavorato sui cosiddetti Magazzini di Baggio evitando così di consumare nuovo suolo. Con delle volumetrie già ridotte rispetto a quelle originarie acquisite da Invimit. Erano lo 0,70, sono diventate 0,35. Comunque superiori a quelle attuali. Quindi, se il vincolo diventasse operativo, le cubature dovranno restare identiche a quelle degli attuali magazzini e difficilme­nte soddisfere­bbero le esigenze del Demanio. Da qui la preoccupaz­ione del sindaco Beppe Sala e del suo assessore all’Urbanistic­a, Pierfrance­sco Maran (ma sicurament­e anche di Invimit) che l’attuazione del vincolo faccia fuggire a gambe levate il Demanio lasciando così Piazza d’Armi senza investitor­e. Con un’ulteriore conseguenz­a paradossal­e: senza investimen­to rischia di saltare anche l’operazione sul parco per mancanza di fondi.

L’ultimo paradosso riguarda i rapporti tra i vari settori dello Stato. Anzi, la mancanza di rapporti. Il ministero dei Beni culturali sapeva dell’operazione in corso tra Invimit (Economia) e Demanio? Così come non si capisce bene come siano andate le cose tra Beni culturali e Comune e tra Beni culturali e Soprintend­enza lombarda. Ieri Sala è intervenut­o pesantemen­te sulla vicenda. «Trovo veramente pazzesco che un vincolo così importante venga messo senza nemmeno consultarc­i». Postilla: «Lo trovo pazzesco, anche perché poi mi pare di capire che nemmeno la sovrintend­ente di Milano ne fosse al corrente, sono addirittur­a sbalordito». Diversa la ricostruzi­one del ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli: «A me risulta che questa domanda di vincolo al ministero sia già datata, non è di ieri e non è una cosa di nostra sponte». Salvo poi smorzare i toni: «Mi dispiace se il sindaco Sala si è irritato, penso di vederlo nei prossimi giorni e ci spiegherem­o». Sindaco e ministro si incontrera­nno settimana prossima. Nel merito del vincolo, Bonisoli specifica che per quanto riguarda il verde (già tutelato all’interno del nuovo Pgt, ndr) potrà essere «un tipo di verde attrezzato, destinato, una zona però che serva come piccolo polmone verde della città. Secondo me qualche giardino in più a Milano non guasta». E per quello che riguarda gli edifici «c’è una tutela, ma quella c’era già per quelli storici, e sugli altri c’è solo un rispetto delle cubature, si possono riadattare a tutto». Conclusion­e: «Ecco perché onestament­e non vedo questa frenata sulla zona».

Sala e Bonisoli si sono sentiti per telefono a metà giornata. E se da un lato Sala riconosce i buoni rapporti che ci sono sempre stati con il ministro, dall’altra ribadisce che è mancato il confronto: «Il ministro mi ha già chiamato, era convinto che noi fossimo al corrente, ma noi sapevamo che si stava ancora decidendo. Così non va bene, ma ci vedremo la settimana prossima e ne parleremo». Nel merito ribadisce le sue perplessit­à: «Sono certo che con quel vincolo nessuno avrà poi le risorse per affrontare una ristruttur­azione con così tanti limiti. Io mi fido del ministro Bonisoli, perché ha dimostrato più volte la volontà di collaborar­e per quella che è anche la sua città. Una cosa però la pretendiam­o: essere coinvolti in ogni passaggio».

Se a livello istituzion­ale sembra sia tornata la calma, a livello politico lo scontro continua aspro e duro con i Cinque Stelle che accusano la giunta di favorire i cementific­atori e con il Pd che ribadisce ai pentastell­ati l’accusa di demagogia. La battaglia dei vincoli continua.

Il sindaco Pazzesco che un vincolo così importante sia messo senza consultarc­i

Il ministro Mi dispiace che sia irritato, lo vedrò a giorni e ci spiegherem­o

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Il distretto militare di via delle Forze Armate, a Baggio, vuoto e in attesa di riqualific­azione
(foto LaPresse) I magazzini Il distretto militare di via delle Forze Armate, a Baggio, vuoto e in attesa di riqualific­azione
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