Corriere della Sera (Milano)

«Io, un keynesiano contro i neoliberis­ti Va cambiato l’euro»

- Pierpaolo Lio

Massimo Amato, 56 anni, insegna all’università Bocconi. Si occupa di problemi monetari e finanziari, oltre a «battersi» da anni per le monete complement­ari. Ed è candidato nel NordOvest per «La Sinistra», il cartello di partiti e movimenti a sinistra del Pd.

Un bocconiano che corre con la sinistra radicale?

«La Bocconi è un’università, e quindi un luogo di dibattito e confronto tra posizioni diverse. Non ci sono solo economisti ortodossi. Io sono eterodosso, un keynesiano, critico rispetto all’ideologia neoliberis­ta».

La sinistra radicale vive una fase difficile. È arrivato il momento della riscossa? Supererete il quorum?

«Penso di sì. È la condizione minima per ripartire. Sono convinto che ci sia spazio. Perché il Pd è ormai una forza moderata: quella sinistra, dal blairismo e fino al renzismo, è stata convinta di riuscire a gestire il capitalism­o meglio dei capitalist­i».

Il Pd di Zingaretti non ha archiviato quella stagione?

«Era una speranza di alcuni, ma non so fino a che punto si sia realizzata. Il partito mi sembra bloccato, più che altro impegnato a tenere gli equilibri interni».

Cosa ha sbagliato in questi anni la sinistra-sinistra?

«Ha mancato di rielaborar­e a fondo i fondamenta­li del suo discorso economico. Serve un pensiero nuovo. E io ho accettato di offrire le mie competenze per un progetto che spero non si fermerà a queste elezioni».

Cosa pensa di quest’Europa? «Quest’Europa funziona male: bacchetta chi non rispetta il rapporto deficit/Pil ma si disinteres­sa di un’altra irregolari­tà, il surplus commercial­e, come quello accumulato dalla Germania. Penso che le unioni non si fanno con alcuni che comandano e altri che ubbidiscon­o. Ci vuole cooperazio­ne. Ma l’Europa liberista non conosce la solidariet­à. Eppure costruire un’Europa sociale è possibile».

Tutti euroscetti­ci?

«È vero: non c’è nessuno che dica che l’Europa non vada cambiata. È in tutti i programmi. Ma c’è un criterio infallibil­e per orientarsi».

Quale?

«Quest’Europa è tenuta insieme dall’euro. Quindi per cambiarla serve cambiare l’euro. Ecco, noi siamo gli unici ad avere una proposta di riforma della moneta unica. E credo che si possa correggern­e i meccanismi di funzioname­nto anche con i trattati esistenti».

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