LA SVOLTA PIÙ VICINA PER BRERA
Non perdiamo di vista Brera e Palazzo Citterio: la svolta potrebbe essere vicina. A un primo check up le sale non sarebbero nelle condizioni disastrose descritte dal direttore James Bradburne, cioè inadatte a ospitare le collezioni d’arte. Un primo rapporto sul tavolo del ministro Alberto Bonisoli assolve il restauro e boccia soltanto un punto, importante ma non strutturale: l’impianto di climatizzazione. Il direttore ha ragione nel sostenere che il sistema di aerazione è inadeguato e può compromettere le tele. Quindi bisogna rivederlo. Ma sul resto è improbabile che il ministro rimetta tutto in discussione e soprattutto autorizzi demolizioni e nuovi lavori. Si fa strada l’ipotesi di un compromesso tattico fra visioni contrapposte, fra la sovrintendenza ai Beni culturali che ha eseguito i lavori nel rispetto di un progetto che tutela anche le parti storiche di Palazzo Citterio e il direttore Bradburne, che ha ricevuto un edificio con un impianto di condizionamento sbagliato.
Anche senza comunicati ufficiali la direzione di marcia del ministro Bonisoli sembra questa: chiudere al più presto la quarantennale incompiuta della Grande Brera o Brera Modern, come oggi si chiama, evitando di rimettere in discussione un restauro attraverso giudizi personali e rinvii che si aggiungono a rinvii. Al direttore Bradburne resterebbe un altro sogno, questo sì da sostenere: il passaggio spettacolare da Brera a Palazzo Citterio con una passerella che attraversa l’Orto botanico. Mai dire mai.