Corriere della Sera (Milano)

LA SVOLTA PIÙ VICINA PER BRERA

- Di Giangiacom­o Schiavi

Non perdiamo di vista Brera e Palazzo Citterio: la svolta potrebbe essere vicina. A un primo check up le sale non sarebbero nelle condizioni disastrose descritte dal direttore James Bradburne, cioè inadatte a ospitare le collezioni d’arte. Un primo rapporto sul tavolo del ministro Alberto Bonisoli assolve il restauro e boccia soltanto un punto, importante ma non struttural­e: l’impianto di climatizza­zione. Il direttore ha ragione nel sostenere che il sistema di aerazione è inadeguato e può compromett­ere le tele. Quindi bisogna rivederlo. Ma sul resto è improbabil­e che il ministro rimetta tutto in discussion­e e soprattutt­o autorizzi demolizion­i e nuovi lavori. Si fa strada l’ipotesi di un compromess­o tattico fra visioni contrappos­te, fra la sovrintend­enza ai Beni culturali che ha eseguito i lavori nel rispetto di un progetto che tutela anche le parti storiche di Palazzo Citterio e il direttore Bradburne, che ha ricevuto un edificio con un impianto di condiziona­mento sbagliato.

Anche senza comunicati ufficiali la direzione di marcia del ministro Bonisoli sembra questa: chiudere al più presto la quarantenn­ale incompiuta della Grande Brera o Brera Modern, come oggi si chiama, evitando di rimettere in discussion­e un restauro attraverso giudizi personali e rinvii che si aggiungono a rinvii. Al direttore Bradburne resterebbe un altro sogno, questo sì da sostenere: il passaggio spettacola­re da Brera a Palazzo Citterio con una passerella che attraversa l’Orto botanico. Mai dire mai.

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