Impianti e budget, scatto olimpico
I punti di forza del dossier. Ottimisti Coni, Comune e Regione. Il campione Innerhofer: un jolly come Expo Volata ai Giochi, Milano e Cortina sorpassano Stoccolma: qui consenso e garanzie sui fondi
Secondo i commissari Cio Milano-Cortina vincono sulle rivali Stoccolma-Aare la prima gara per i Giochi inver- nali del 2026. L’analisi promuove entrambe le candidature, ma rileva che quella svedese presenta più d’un punto debole. Tanta fiducia ma altrettanto lavoro da fare ancora, dicono al Coni e nelle due città candidate. Fiducioso anche il campione Christof Innerhofer: sarebbe straordinario.
La prima manche se l’aggiudica il duo Milano-Cortina. Il distacco delle rivali svedesi — almeno a guardare i voti della giuria dei commissari Cio — appare netto. Il rapporto dei tecnici, dopo i sopralluoghi nei due Paesi e l’analisi dei dossier, promuove entrambe le candidature ai Giochi invernali del 2026. La corsa della coppia nordica StoccolmaAare mostra però più d’una crepa. La pubblicazione delle valutazioni strappa allora un sorriso di soddisfazione nel team italiano. Ma l’ordine è: restare calmi. Manca ancora l’ultimo capitolo: un mese d’intenso lavoro separa dall’appuntamento decisivo a Losanna, il 24 giugno. Là la partita sarà giocata anche (se non soprattutto) su diplomazia ed equilibri politici. E la beffa dell’Ema, l’agenzia europea del farmaco dirottata all’ultimo secondo in direzione Amsterdam nonostante la proposta milanese fosse tecnicamente più forte, brucia ancora.
Il report è un semaforo verde per tutti. «Entrambi i progetti privilegiano la sostenibilità, capitalizzando la tradizione e l’esperienza degli sport invernali, con sedi della Coppa del Mondo di prim’ordine, appassionati volontari e organizzatori di eventi», sintetizza il presidente della commissione tecnica Octavian Morariu, sottolineando che tutte e due le accoppiate «hanno pienamente integrato la filosofia dell’Agenda 2020 olimpica», con i nuovi dettami all’insegna della sostenibilità. Il risultato sono proposte low cost, con budget decisamente inferiori rispetto alle precedenti edizioni, anche del 20 per cento.
Sarà pure doppia promozione, ma a leggere le pagelle, i giudizi non sono proprio gli stessi, soprattutto in alcune materie. Partiamo dalla corsa lombardo-veneta. «La candidatura soddisfa tutti i criteri», è la sentenza dopo il sopralluogo ai primi di aprile. «Abbraccia pienamente la sostenibilità e sfrutta l’esperienza, la passione e la tradizione dell’Italia negli sport invernali per ispirare gli atleti e offrire benefit a lungo termine alle città e alle regioni». Diversi i punti di forza del dossier tricolore. A partire dal vastissimo consenso popolare, che nella rilevazione dello scorso marzo veleggiava attorno all’83 per cento, con punte fino all’87 a Milano. A questo si aggiunge il supporto (quasi) unanime di una squadra politico-istituzionale che va dal governo (anche se viene sottolineata la «neutralità» del M5s) alle Regioni agli enti locali coinvolti.
E poi c’è la parte materiale: all’appello mancano solo il «PalaItalia» di Santa Giulia e il villaggio olimpico allo scalo Romana, che saranno entrambi realizzati comunque; le strutture sono in gran parte pubbliche; gli scenari di gara e quelli per le cerimonie (il Meazza e l’Arena di Verona) spettacolari; la macchina organizzativa oliata dall’edizione torinese e dall’Expo; il numero di posti letto adeguato. Dall’altra parte sono sotto osservazione i collegamenti con i cluster in montagna, i costi «sottostimati» per adeguare gli impianti di bob a Cortina e di pattinaggio a Baselga di Pine. Ma soprattutto non convince appieno la scelta di far disputare in luoghi diversi (Bormio e Cortina) le gare di sci maschile e femminile. Su questo punto, però, Lombardia e Veneto non transigono: vanno valorizzati entrambi i tratti dell’arco alpino, anche a costo di aumentare le spese.
«Senza contare che così è più facile gestire eventuali spostamenti delle gare per il maltempo», fanno notare da Palazzo Marino e dal Pirellone.
Proprio il clima è uno dei punti deboli dell’avversario. Ad Aare, già alle prese con carenze sul fronte dei collegamenti e delle capacità di accoglienza, durante i recenti mondiali di sci il maltempo ha dimostrato di poter causare notevoli disagi. Non è però questo l’aspetto più critico. E nemmeno il fatto che solo il 55 per cento degli svedesi sia favorevole. Il principale ostacolo è la mancanza di «garanzie vincolanti» dei privati per i nuovi impianti, per i quali mancano anche ipotesi di «finanziamento alternativo». Inoltre, il budget operativo «non è stato ancora confermato», ci sono rischi ambientali per la vicinanza di aeree naturali protette ai siti di gara, e c’è l’anomalia di Stoccolma che ha scelto di non firmare il contratto di «città ospitante».
«Già c’era fiducia prima, adesso ce n’è ancora di più. C’è estrema soddisfazione», commenta il presidente del Coni, Giovanni Malagò. «I tecnici hanno analizzato ogni aspetto e siamo soddisfatti», dice l’assessore comunale allo Sport, Roberta Guaineri. I due governatori invitano a «non abbassare la guardia». Anche se il veneto Luca Zaia ammette che il primo round s’è concluso con «un giudizio complessivo estremamente positivo» su un progetto che per il collega Attilio Fontana combina qualità e «unità d’intenti», «il mix ideale per guardare con ottimismo e fiducia alla scelta finale».