Corriere della Sera (Milano)

Ricadute elettorali

IL BINOCOLO SU PALAZZO MARINO

- Di Maurizio Giannattas­io

Le hanno definite le elezioni di Midterm del governo. Ma il risultato del voto europeo servirà non solo per capire che fine farà l’alleanza tra leghisti e grillini. Servirà anche per intraveder­e quello che potrebbe accadere tra due anni a Milano quando si voterà per il Comune. E soprattutt­o permetterà di correggere strategie e programmi, sia per chi siede al governo sia per chi sta all’opposizion­e. La prima immagine da tenere a mente è quel grafico delle ultime Politiche che vale più di un saggio di mille pagine: indica Milano come un piccolo puntino rosso circondato dal blu del centrodest­ra a trazione leghista. Il puntino di Milano si ridurrà ancora? I confini del centrosini­stra si restringer­anno sempre di più nella ridotta del centro storico? La Lega, spronata dai sondaggi, allargherà la sua sfera d’influenza ai quartieri più centrali? È chiaro che la partita principale si giocherà nelle periferie. L’ultima sfida aveva segnalato un pareggio: tre collegi a testa. Ma primo partito, nonostante una flessione, era sempre il Pd. Ancora. Forza Italia che nelle Comunali del 2016 aveva ottenuto il 20 per cento, contro il 15 delle Politiche, continuerà a essere cannibaliz­zata dalla Lega o manterrà una sua consistenz­a? E se così fosse, quanto «urbanizzer­ebbe» le scelte della Lega nell’individuar­e un candidato moderato? L’ultima riflession­e riguarda il futuro del sindaco Beppe Sala. Il voto di oggi rischia di metterlo di fronte a una scelta anticipata. Se il baluardo del centrosini­stra dovesse reggere all’avanzata leghista, il pressing per un secondo mandato diventereb­be asfissiant­e.

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