Corso in inglese per la triennale
Alessandra Mele, 39 anni, organizza ritiri per aspiranti autori La caccia all’idea giusta, lo sport, i tutor, i panorami mozzafiato aiutano il gruppo a superare il blocco della pagina bianca «Un mix che favorisce la creatività: lo fanno anche i francesi»
La Statale presenta il suo primo corso di laurea triennale in inglese. L’università ha lanciato il programma International Politcs Law and Economics. E ha presentato l’offerta di corsi, servizi e borse di studio ai seimila studenti che ieri hanno partecipato all’open day dell’ateneo.
Ognuno arriva con il suo progetto nel taschino. C’è quello che ha solo una bella idea e vuole imparare le regole del gioco dell’industria editoriale per confezionarla. Oppure quello cha ha concepito racconti, ma vorrebbe partorire un romanzo. O chi ha bisogno di sbloccarsi per svoltare con la prima pagina. Esiste una sorta di talent pensato per aspiranti scrittori. Voglio andare a scrivere in campagna.
Non proprio una scuola di scrittura, diciamo una residenza letteraria. Per una decina di autori al massimo, in una settimana all inclusive in un posto immerso nella natura. Seguiti da tutor, editori, agenti. «È un’idea che avevo in testa da tempo. Per realizzarla ho fatto tutto da sola, tramite Facebook. Ho portato a casa il risultato con un terzo del budget preventivato. Vuole dire che c’era un vuoto da colmare», racconta Alessandra Mele, 39 anni, milanese, una laurea in Storia contemporanea
e un passato ben radicato nel mondo dell’editoria, soprattutto in Rizzoli. Così ha ideato e costruito il suo book@ writing retreat.
All’estero invece il format funziona bene. Se scrivi «writing retreat» su Google escono solo pagine in inglese. «Perché nei Paesi anglosassoni, ma anche in Francia, hanno una propensione letteraria. Molti però scelgono l’Italia come location: la cornice è perfetta. Partecipano anche scrittori affermati. In quel caso non pagano di tasca loro, vengono invitati. Finanziati con borse di studio o fondi ad hoc. Una cosa a cui voglio arrivare anch’io prima o poi. Da loro è una tappa di un percorso di crescita che devi fare se vuoi diventare grande».
In Italia è diverso. Si legge poco, ma si scrive molto più di quello che sembra. Però nessuno aveva pensato a confezionare un format per condividere una metodologia creativa. Un laboratorio continuo. Un autore importante le regole del gioco le ha già imparate, magari propria sulla propria pelle. Si lavora tutto il giorno, si va in bici, poi si mangia e si beve. Sessioni collettive o individuali, tutto molto interattivo per stare al passo dei tempi.
La location del primo raduno due mesi fa è stato l’Ostello Bello di Bevagna, in Umbria. «Era il posto adatto per mettere alla prova il mio progetto. Dando la possibilità di ritagliarsi lo spazio fisico e mentale adatto allo sviluppo della propria creatività», continua Alessandra. Paesaggio da cartolina, oltre che oasi enogastronomica. Tutto il borgo a disposizione dei futuri scrittori. Il bis sarà a fine agosto. Ma in futuro c’è l’ambizione di continuare col giro d’Italia, magari ripartendo dalla Sicilia. Al primo giro hanno partecipato nove persone. Millennial, ma anche cinquantenni. «Tutti hanno portato narrativa e hanno parlato di sogni. Del bisogno di reinventarsi una vita diversa. Questa è la strada». Diverse provenienze geografiche e personalità. Leo fa il barista, Ottavia l’architetto, Raffaele il giudice. Rosy e Nicoletta sono professoresse in cerca d’autore. La prima voleva confrontarsi con il respiro ampio del romanzo uscendo dalle sicurezze del racconto. La seconda aveva bisogno di superare il blocco che l’aveva inchiodata a due terzi della sua storia.
Sei anni fa, Alessandra ha fondato l’agenzia letteraria che porta avanti: «Mi piace pensare che questo progetto possa trasformarsi in modo naturale in una scuderia. Facendo scouting e lavorando per il loro futuro. Gli esordienti hanno bisogno di sostegno. Vorrei costruire un nuovo rapporto con chi scrive, più intimo e condiviso». Quella del ritiro, più o meno spirituale, è una pratica tipica di ogni arte. Le case discografiche organizzano sempre più spesso camp per i loro autori. C’è però una differenza: la scrittura è un’arte individuale. «Ma condividere lo spazio, stimola la creatività. È l’esperienza che aiuta».
Vivere a contatto con persone che vogliono costruirsi lo stesso percorso. Mal che ti vada hai fatto una vacanza. E hai una storia in più da raccontare. Oppure da scrivere.
Il lancio
È un’idea che avevo in testa da tempo. Per realizzarla ho fatto tutto da sola, con Facebook Ho portato a casa il risultato con un terzo del budget preventivato
Il viaggio
La location del primo raduno è stato un ostello in Umbria. Era il posto adatto per mettere alla prova il progetto Ora voglio proseguire