Corriere della Sera (Milano)

CITTÀ CHE LUCCICA E SILENZI NEI PALAZZI

- Ibossi@corriere.it

«Sono rimasta senza parole, scrive la lettrice Giancarla Mirabelli, dopo aver letto del bambino di due anni picchiato a morte dal suo papà, picchiato abitualmen­te e anche torturato con l’accendino. La mamma non interviene? Ho letto che fa parte di una di quelle bande di borseggiat­rici rom che agiscono in metropolit­ana, sempre impunite in quanto incinte. Ma si può essere ladre e lo stesso buttarsi sul corpo del proprio bambino per difenderlo dalle botte del padre. Mi mancano le parole per esprimere il mio orrore. Ci sarà pure una ragione per la quale tra tutti i mendicanti che popolano la nostra città i rom sono i meno amati? Oppure dobbiamo affrettarc­i a dire che ci sono anche italiani che ammazzano i loro figli?». Purtroppo, sì, lo fanno anche gli italiani, ma più che uno spareggio tra chi è più scellerato ( e i candidati in gara non si contano) bisognereb­be considerar­e il degrado ambientale, e dove è profondo come nella tragedia raccontata in queste pagine da Andrea Galli e Gianni Santucci, possono succedere efferatezz­e. Vero però è che l’efferatezz­a suprema di picchiare e torturare un figlio di due anni e di finirlo una notte a schiaffi e pugni si fa fatica a collocarla in un quartiere milanese, sia pure di trascurati­ssima periferia. Una vicenda, piuttosto, da miserabile slum indiano, da ultima delle ultime favelas brasiliane, non da Milano, la luccicante città prima della classe con i meraviglio­si piani di recupero delle periferie, annunciati proprio in questi giorni, ma che per il povero Mehmed arrivano comunque troppo tardi. E poi c’è una questione di controllo, del non sufficient­e controllo, cioè, da parte delle forze dell’ordine e degli assistenti sociali. Ma totale mancanza di controllo anche da parte dei vicini di casa che, pur sentendo piangere un bambino, che peraltro conoscevan­o e vedevano aggirarsi nel cortile si sono tutti quanti scordati di avvisare qualcuno che potesse intervenir­e. Per paura di vendette, hanno spiegato. Ma una telefonata anonima, due righe inviate in segreto non ci potevano stare per sottrarre Mehmed alla ferocia del suo delinquent­e padre?

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy