Corriere della Sera (Milano)

QUELL’«INDIFFEREN­ZA» SCOLPITA NELLA PIETRA

- Di Vivian Lamarque di Lina Sotis

La parola Indifferen­za che per volere di Liliana Segre giganteggi­a nel Memoriale della Shoah, in piazza Safra, alla stazione centrale, risponde anche a mille altre tormentate domande che ci poniamo ogni giorno quando ci imbattiamo in qualche enorme iniquità e ci domandiamo sconvolti ma come è possibile? La cronaca ce ne offre ogni giorno una terribile vasta scelta, ultimo il piccolissi­mo bambino Mehmed che prima di morire di

botte, decine di vicini hanno visto percorrere un quotidiano calvario di sofferenze; visto e anche udito, poiché ha passato metà della sua breve vita piangendo in casa e sotto casa, di giorno e di notte. Hanno molte cuffie e poche orecchie la strada, il quartiere, il paese, la città, il mondo. Persino la scuola, non raramente, ne ha poche.

Qualche decennio fa, in una classe per un incontro, chiesi all’insegnante come mai quella bella bambina dell’ultima fila si appisolava continuame­nte, la testina sul banco. Ha problemi in famiglia, fu la tiepida risposta e, incalzata — come riferisse quisquilie — «un familiare abusa di lei» precisò. Di nuovo sollecitat­a disse che sì, la cosa era stata riferita al direttore già da mesi, altro non sapeva. Omettiamo il seguito per tornare alla gigantogra­fia della parola Indifferen­za. Chiave di casi estremi come questo, ma anche di molti altri di ogni specie; se il verbo denunciare può spaventare, usiamo e insegniamo a usare almeno il più debole, segnalare. Meglio, molto meglio dell’orrendo tacere.

Il 29 maggio alle 18 in via Santo Spirito 21 premiazion­e di «LIBeRI», dedicato alle primarie e secondarie dell’Ics Milano Spiga. I concorsi concludono la Scuola di lettura di Donatella Barbieri Torriani per Quartieri Tranquilli. Impariamo a leggere da piccoli.

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