I «Quarantaquattro gatti» in musical
Al Nazionale
sono già esauriti. Ma chi non potrà partecipare avrà modo di rifarsi con il libro «Antonello contemporaneo» (Skira), che raccoglie quindici brevi saggi. Che il pittore sia stato il maggiore ritrattista del Quattrocento italiano, Sgarbi lo dà quasi per scontato e preferisce concentrarsi sulla descrizione dell’artista come un metaforico «mafioso ante litteram», nel senso di colui che «per primo» rappresentò il male. Anche la lezione prospettica esercitata in molti capolavori diventa pretesto per ricordi personali come il litigio fra Federico Zeri e Carlo Volpe sulla primogenitura della scoperta di un’opera del maestro messinese. Insomma Sgarbi riesce a trasformare Antonello in un pittore «suo», un personaggio
Non si è stati bambini negli anni Sessanta se non si ricorda «Quarantaquattro Gatti» una delle più celebri canzoni dello «Zecchino d’Oro» (che vinse nel 1968). Nel 2018 Iginio Straffi (papà delle Winx) pensò, con l’Antoniano di Bologna, di realizzare una serie tv per raccontare, rivolgendosi a un pubblico fra i 4 e i 7 anni, le avventure non solo musicali di quattro micini Lampo, Milady, Pilou e Polpetta – che prendevano le mosse dalla canzone e
creavano la band dei Buffycats. Premiata da ottimi ascolti, la serie cartoon diventa ora uno show live che, dopo il debutto romano, arriva oggi al Teatro Nazionale (ore 18, p.zza Piemonte 12, tel. 02.00640888, € 53/24,50, under 2 gratis) in un’anteprima della prossima stagione. Come sempre la musica è l’ingrediente dominante, con i quattro Buffycats impegnati con altri micini in uno spassoso «talent show». Ma la storia, oltre a divertimento e canzoni, propone anche un messaggio importante (calibrato a misura di bambino) come quello della solidarietà.