Tra Lombardia e Piemonte in riva al Po c’è la «terra di nessuno» Zona franca per i rave party
Grazie ai confini incerti tra Lombardia e Piemonte proliferano le feste illegali
MEDE (PAVIA) La burocrazia non è ancora stata in grado di fare quello che al Po e al Sesia è riuscito benissimo tante volte, spostare i confini regionali. Il limite tra Piemonte e Lombardia non è la mezzeria dei due fiumi, ma una linea indefinita in mezzo alla golena che segue un flusso ormai scomparso. Non si tratta soltanto di una curiosità per specialisti, ma di un problema per molti. In almeno cinque tratti i dati in possesso del catasto non coincidono con le carte tecniche: le due Regioni, nelle loro mappe, hanno tracciati dei confini leggermente diversi, e probabilmente entrambi leciti. Alcune centinaia di metri tra i ghiaioni non sono né Piemonte né Lombardia, o forse sono entrambe.
Riva sinistra
Conoscono bene la situazione gli organizzatori dei rave party clandestini, che non a caso scelgono sempre la sponda sinistra del Grande Fiume. Nella «terra di nessuno», prima che si stabilisca chi debba intervenire, in migliaia per un paio di giorni se la spassano e fanno poi in tempo ad andarsene quasi indisturbati. «Le norme per la caccia cambiano tra le due Regioni — aggiunge Alberto Rossetti da Mede, il centro di riferimento della bassa Lomellina — e i paradossi sono insostenibili. Una stradina di campagna, dritta, per 300 metri diventa Piemonte. I cacciatori lombardi in quel tratto devono avere un’autorizzazione per trasportare il fucile in auto, pena una multa salata. Ma non esistono cartelli che indichino la demarcazione».
I cacciatori
Rossetti è il presidente della zona protezione speciale «Risaie della Lomellina», un’area naturalistica. Ma è anche rappresentante di Federcaccia, e forse saranno proprio i cacciatori a risolvere in parte questa seccatura. Dopo vent’anni di tentativi è arrivata la risposta positiva. I confini che riguardano il Po non verranno spostati sul fiume, ma almeno verranno uniformati. Le cartine geografiche di Lombardia e e Piemonte tra le province di Alessandria e Pavia coincideranno, e non ci saranno più equivoci. Bisognerà aspettare che si completi l’iter burocratico, che prima metterà a posto i confini venatori e poi quelli amministrativi. «Un altro problema — prosegue Rossetti — riguarda i danni fatti dagli animali. La zona golenale è devastata dai cinghiali, che si moltiplicano senza controllo nel parco del Po, interamente piemontese, e poi ne escono. Di certo a loro non importa dei confini, ma i danni li pagano i lombardi. Se la demarcazione fosse il fiume, e non una linea quasi casuale, si potrebbero attuare delle politiche serie per tutelare fauna e campi».
Sponde opposte
Non sembra muoversi nulla invece sul Sesia, il confine verso il vercellese. Anche qui la linea di demarcazione non coincide quasi mai col tratto fluviale per via dei tanti cambi di corso e di letto. Una frazione della lombarda Palestro si chiama Pizzarosto e si trova sulla sponda opposta. Le poche decine di abitanti ci mettono 25 minuti ad arrivare in paese, dove hanno il medico e l’asilo nido. Eppure i centri piemontesi sarebbero a un tiro di schioppo, gli abitanti ci vanno già a far la spesa. Qualcuno aveva provato ad annettere Pizzarosto a Pezzana, cinque chilometri di distanza, provincia di Vercelli. Ma gli abitanti non ne vogliono sapere, si sentono e sono lombardi.
La «colpa» è solo delle piene dei fiumi. Fino agli anni Settanta le alluvioni ne spostavano il corso e in poche ore un territorio geograficamente lombardo diventava piemontese, o viceversa. Poi la prismatura ha raddrizzato le anse (e per alcuni queste colate di cemento le hanno rovinate) e le inondazioni sono sparite. Non sono cambiati però da secoli i confini amministrativi, bloccati da un disinteresse arrivato fino ad oggi.
Competenze
Prima di stabilire quale Comune deve intervenire i partecipanti fanno in tempo ad andarsene