Scotland Yard chiama Pavia per ritrovare i libri gioiello
Razzia a Londra Arrestati i ladri
Si va da un’edizione del De revolutionibus orbium coelestium di Copernico datata 1566, a varie copie coeve della Divina Commedia, a un’edizione della Romanae Historiae Augustae stampata nel 1475. Autentici tesori, creati agli albori della storia della stampa, rubati due anni fa e ora ricercati dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Monza che, nei giorni scorsi, hanno contribuito in modo decisivo all’arresto di una banda di 15 ladri professionisti, assieme ai colleghi inglesi di Scotland Yard e della polizia romena. I ladri, tutti dell’est, individuati in Romania e nel Regno Unito, sono accusati del furto di 260 volumi antichi del valore complessivo stimato di oltre 2,5 milioni di euro, fatti sparire da un magazzino sorvegliato di Feltham — un sobborgo di Londra — con un colpo degno di una sceneggiatura hollywoodiana. Tra il 29 e il 30 gennaio 2017 la banda si era calata con alcune funi dal tetto dell’edificio. Erano riusciti a sottrarre i testi, restando praticamente sospesi in aria. Buona parte dei volumi appartenevano a un collezionista di Pavia, vittima dei ladri acrobati assieme ad altri due
Volumi antichi Indagini dei carabinieri per recuperare i testi di proprietà di un collezionista lombardo
appassionati: un veneto, e un cittadino tedesco. Tutti i pezzi, all’epoca del fatto, erano destinati a essere caricati su un aereo in partenza da Londra per San Francisco, dove era stata organizzata una fiera internazionale dell’antiquariato librario. Per questo motivo, i volumi erano stoccati temporaneamente in un deposito non distante dallo scalo internazionale di Heathrow. I sospetti della Metropolitan Police erano caduti sulla gang di romeni, ma per lo sviluppo delle indagini è stato decisivo l’ingresso nel pool investigativo dei cosiddetti «Monuments Men» dell’Arma, agli ordini del maggiore Francesco Provenza. Gli unici, tra le forze di polizia, con una formazione specifica nel settore dei furti d’arte. Dei cacciatori in grado, per esempio, di scoprire eventuali canali di ricettazione, di scoprire basisti e complicità in Italia (varie perquisizioni collegate agli arresti sono state effettuate a Roma, Torino e in provincia di Bologna) e soprattutto di ritrovare i tesori spariti anche e soprattutto una Banca Dati che archivia opere e reperti di tutto il mondo. Sulla possibilità di arrivare a recuperare i volumi dopo l’arresto della banda trapela ora un cauto ottimismo.