Istituto Mario Negri, primo open day. «Finestra sulla ricerca»
Tour guidati e incontri con i medici, centinaia di visitatori. Parte lo studio sulla salute di bambini e famiglie
Curiosi i visitatori, curiosi i ricercatori che ci «mettono la faccia» e spalancano le porte dei loro laboratori. L’istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, nato nel 1963 e attualmente diretto da Giuseppe Remuzzi, organizza oggi il suo primo Open day ed è già un successo: una cinquantina le scuole che si sono prenotate, duecento i cittadini iscritti per il pomeriggio. Obiettivo della giornata, far conoscere la storia dell’istituto e offrire una panoramica degli studi in corso. «Un evento per noi insolito — spiega Maurizio Bonati, responsabile del dipartimento di salute pubblica —, che ha richiesto un’organizzazione non indifferente. Di solito i motivi di sicurezza rendono difficili le visite».
L’Open day vuole essere un’occasione per «avvicinare le persone e soprattutto i giovani al mondo della ricerca e della conoscenza», un modo per «far andare alla fonte e incuriosire i cittadini». Nelle visite guidate all’interno dei laboratori si potrà scoprire qualcosa di più si come si separano le cellule, come funziona un farmaco, come si possono curare le malattie del cervello. I ricercatori hanno poi preparato venti manifesti su diverse problematiche di salute, con possibilità di discuterne. Bonati racconterà ai visitatori due progetti. «Il primo è uno studio osservazionale a livello nazionale, appena partito — spiega —. Al momento è totalmente autofinanziato. L’obiettivo è monitorare nel tempo un gruppo di neonati, almeno fino a quando inizieranno le scuole dell’obbligo e vedere quali interventi preventivi o curativi sono necessari». Si approfondirà la comparsa delle malattie croniche e saranno almeno 5 mila i bambini coinvolti, attraverso le visite pediatriche a cui si sottoporranno. L’attenzione non è puntata esclusivamente sui più piccoli. «La seconda scommessa dello studio è prendere in considerazione anche le famiglie, genitori e nonni. Il progetto potrebbe trasformarsi in una miniera».
L’altro tavolo sarà dedicato alla salute mentale in età evolutiva. «In Italia un milione e 300 mila giovani hanno disturbi di vario tipo». Si va da quelli d’apprendimento fino all’autismo e alla depressione. «Ma oggi solo uno su tre ottiene una risposta dai servizi». L’istituto conduce una mappatura della situazione, con il coinvolgimento degli operatori, e stila e valuta interventi e protocolli.