Cancelli alla Maggiolina, gli scavi bloccati dalle auto dei residenti
Protesta contro le recinzioni. Il fondo Unicredit sospende i cantieri attorno a 18 edifici: compromesso e confronto
Le cancellate «di sicurezza» che divideranno tra loro i palazzi della Maggiolina potrebbero essere «solo» cinque, invece che oltre venti. Su invito dell’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran, il Fondo pensione Unicredit ha infatti deciso di sospendere il cantiere su 18 edifici (ma tira dritto sugli altri cinque che possiede nel quartiere).
I 400 residenti che hanno presentato ricorso non smettono di protestare. Sono scesi di nuovo in piazza, hanno occupato con le auto la zona dei lavori e il magazzino dove sono tenute le palizzate ostacolando nei fatti gli operai. Hanno poi messo volantini ovunque: «Il fondo non ha aspettato la decisione del Comune nè quella del Tribunale sul ricorso degli abitanti (l’udienza è fissata per il 23, ndr)».
Un passo indietro. Il Fondo pensione Unicredit ha avviato la ristrutturazione su cinque suoi edifici che vuole vendere e estenderà gli interventi agli altri 18 di sua proprietà.
Nei piani ci sono anche le cancellate «di protezione», alte due metri e mezzo, che dovrebbero dividere tra loro le palazzine. Ma questo — ribattono le centinaia di residenti che hanno presentato ricorso — va a discapito dell’uso condiviso degli spazi e del verde.
Gli abitanti fanno leva sulla convenzione del ’63 che stabiliva vincoli perenni a verde comune e le servitù di passaggio che esistono da oltre 50 anni. Dicono: «No ai muri e al quartiere blindato», «Sì alla condivisione e al bosco orizzontale». In Municipio 2, i consiglieri di Sinistra x Milano hanno presentato una mozione contraria votata all’unanimità. Infine pochi giorni fa è sceso in campo l’assessore Pierfrancesco Maran che sollevava un tema rilevante, anche a prescindere dalla convenzione: «Che idea di città abbiamo? Quale visione vogliamo portare avanti del Villaggio Maggiolina? — incalzava Maran —. Milano deve saper conciliare la libertà di vivere sicuri con quella di condividere spazi coi vicini».
Ora ecco la risposta del cda del fondo. «Pur nella consapevolezza di esporci alle possibili rivendicazioni risarcitorie da parte delle aziende incaricate della esecuzione degli interventi — scrive il cda — decidiamo di sospendere i lavori dove ancora possibile, e cioè nel perimetro di 18 palazzine. Per le rimanenti 5, nell’area verso la ferrovia, più esposta sotto il profilo della sicurezza, l’attività deve necessariamente essere completata invece».
La sospensione durerà — precisa — fino all’incontro «da fissare» con Maran, «dimostratosi disponibile a favorire soluzioni diverse che portino a rafforzare le modalità di controllo del Villaggio nella sua recinzione esterna». E «si aspetterà anche l’udienza del 23 ottobre».
Per parte sua il Fondo ribadisce che le cancellate sono compatibili con la convenzione: «Le recinzioni insistono solo sulle aiuole e sull’accesso ai box, non arrecano pregiudizio alla reclamata condivisione delle aree comuni», è la sua versione. E poi: «Le 23 palazzine sono l’asset più rilevante della sezione che alimenta le pensioni di 17 mila nostri iscritti. Dalla loro valorizzazione dipende il livello delle prestazioni oggi corrisposte». Secondo chi ci vive, la valorizzazione deve avvenire «rispettando l’unicità di un quartiere giardino condiviso non certo con un labirinto di cancelli».