Il rock ecologista dei Cake
La band di Sacramento sul palco dell’Alcatraz
Definiti «alternativi fra gli alternativi», i Cake hanno osato sfidare il grunge. Mentre il movimento di Seattle, che lanciò Nirvana e Soundagarden, raccontava le frustrazioni e la rabbia della gioventù americana, fondendo il punk con l’heavy metal, la band creata nel 1990 a Sacramento da Jon McCrea, paroliere, polistrumentista e attivista per lo sviluppo sostenibile contro il riscaldamento climatico, raggiungeva il successo con testi sarcastici, la voce impassibile del frontman, le parti di tromba di Vince Di Fiore, e le influenze musicali ad ampio raggio, dal country al Mariachi, dal folk iraniano al funk. Il tutto condito con un bizzarro senso dello humour, che è il vero punto di forza di «Rock ‘N’ roll lifestyle», il brano che li ha resi famosi e in cui cantavano «quanto hai speso per la tua giacca di pelle nera?» contro gli eccessi di uno stile di vita votato al consumismo.
«Non c’è proprio nulla di ribelle, per quanto mi riguarda, in una giacca di pelle — ha affermato McCrea, con la mente rivolta alla salvaguardia dell’ambiente e alle cause umanitarie, anticipando di almeno un ventennio le istanze di Greta Thunberg. Anche la loro propensione al «fai-da-te» li ha resi unici. Oltre a scrivere, suonare, arrangiare e produrre la propria musica, la band californiana ha alimentato ad energia solare il proprio studio di registrazione per abbattere i consumi dell’intero stabile che lo ospita. Nel video di «Sinking Ship», il singolo che anticipa il prossimo album in uscita, e che sarà presentato stasera all’Alcatraz (via Valtellina 25, ore 21; ing. 28,75 euro), hanno rappresentato con vena iperrealistica lo scoppio di una guerra nucleare, mentre parte del ricavato del brano è stato destinato a Medici senza frontiere. «Stavo pensando allo Yemen e ai paesi arabi e alle colpe degli Stati Uniti — ha affermato il frontman — per tutte quelle persone uccise. Mi sembrava la cosa giusta da fare.