Corriere della Sera (Milano)

Tutte le virtù del «tacos» Il piatto messicano che spopola nei nuovi locali

Economico, allegro, versatile Il piatto tipico messicano con la sua base di tortilla si può farcire come si vuole e accontenta tutti i palati Ecco dove gustarlo al meglio

- Roberta Schira

Èfinita la stagione del cibo etnico pittoresco, standardiz­zato, caricatura­le. La Milano di oggi premia l’etnico di qualità, con arredi originali. Esempio, la nuova ondata di locali che parlano messicano, ma non «tex mex», brutta imitazione filtrata dagli Stati Uniti. Niente sombreri e solite immagini di Frida Kahlo alle pareti: il trend tacos è internazio­nale. Da Copenaghen René Redzepi ha dichiarato al «New York Times» che la cucina messicana era il «gigante addormenta­to» della gastronomi­a globale; lo spagnolo Albert Adrià, fratello del famoso Ferran, ha scelto una taqueria per il suo ultimo parto, Hoja Santa, tributo all’intera cultura messicana; Netflix ha dedicato al tacos una serie tv già diventata di culto. Serve altro per capire che questo boccone, sta vivendo una nuova vita?

Milano non poteva restare indietro e si è messa al passo. Alessandro Longhin, con un gruppo di soci, ha appena aperto Chihuahua Tacos e dice: «Volevo sperimenta­re un nuovo format. Tornato da San Francisco, dove sono numerosi, ho pensato ai tacos bar, un vero trend. Luoghi divertenti, dove assaggiare tacos di qualità e rilassarsi con musica, buoni cocktail a base di mezcal, tequila e birre artigianal­i. Io però sono appassiona­to di vini naturali, ne ho abbinati alcuni ai tacos: una mia idea. Contiamo di aprire tre Chihuahua entro un anno».

Il tacos piace, è privo di glutine, accontenta ogni filosofia alimentare. Nuova apertura anche per Besame Mucho, il locale che — dopo il successo ottenuto a Expo—- è stato il primo a Milano di cucina creativa messicana. Accanto al ristorante, da poco ha aperto Tacos BM. Un ambiente informale che affaccia su un dehors, per richiamare l’atmosfera della piazza che caratteriz­za le taquerias in Messico. Abbiamo chiesto a Francisco, il direttore messicano, di parlarci della sua cucina. «Si parte dalla tortilla, sorta di piccola piadina a base di mais. Quando è riempita diventa tacos, quindi il tacos è un piatto. Quello croccante a forma di U è una tortilla fritta, un’evoluzione non considerat­a dai tradiziona­listi. Il più venduto qui è anche il classico: il taco pastor, con farcitura di carne di maiale cotta a kebab, un tocco di sottaceto e una fettina di ananas».

In piazza Gramsci, c’è un piccolo locale, Santo Taco, sorta di laboratori­o con cucina a vista. Anche qui le tortillas sono artigianal­i ed è vasta la scelta di farciture: pescado, queso, vegan, con piccoli pezzi di pollo arrostito, legumi saltati e ridotti a purea. Spesso, i tacos sono accompagna­ti da salse più o meno piccanti: ciò che fa la differenza nelle taquerias di nuova generazion­e è il livello degli ingredient­i. il tacos piace e costa poco, non supera mai i 4/5 euro e si può replicare a piacere. Gli attenti alle mode alimentari sono pronti a scommetter­lo: i tacos stanno diventando i nuovi hamburger.

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 ?? (foto Carlo Cozzoli/ Fotogramma) ?? Da mangiare con le mani Due ragazze nel nuovo locale Tacos BM in viale della Liberazion­e, degli stessi proprietar­i del Besame Mucho
(foto Carlo Cozzoli/ Fotogramma) Da mangiare con le mani Due ragazze nel nuovo locale Tacos BM in viale della Liberazion­e, degli stessi proprietar­i del Besame Mucho
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Format I ragazzi di Chihuahua Tacos in viale Col di Lana

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