Corriere della Sera (Milano)

Il «sassofonis­ta» morto con mani e piedi legati Giallo nello scalo fantasma

Clochard di 42 anni, viveva da tempo a Linate. Ipotesi suicidio

- C. Giu. G. San.

Le mani e i piedi legati da un unico filo di ferro. Sul corpo nessun segno evidente di ferite. Nessuno sparo, nessuna coltellata. Ma solo una frattura a una gamba.

Lo chiamavano il «sassofonis­ta», Davide Baruffini, 42 anni. Perché quando chiedeva l’elemosina davanti all’aeroporto di Linate, raccontava quasi per giustifica­rsi d’aver bisogno di soldi per poter continuare a suonare il sax. Anche se, nei suoi anni trascorsi vivendo all’aeroporto, nessuno dice d’averlo mai visto con uno strumento musicale in mano. La vita da «barbone» di Davide Baruffini era iniziata diversi anni fa. Gli archivi dei servizi sociali del Comune dicono che è stato registrato come senza fissa dimora nel 2015 quando i volontari gli hanno proposto un letto in un dormitorio. Lui, nella camerata con gli altri clochard, c’era entrato una volta sola, nel 2017, per poi tornarsene nel suo giaciglio a Linate. Dormiva ancora lì, in un piccolo ammasso di coperte e cartoni trovato dalla polizia al piano terra del parcheggio multipiano P2, appena fuori dall’aeroporto. Aveva continuato a vivere lì, nonostante la chiusura per ristruttur­azione dello scalo. Ma tra qualche giorno sarebbe stato costretto ad andarsene a causa dei lavori di adeguament­o del parking che avrebbero riguardato anche il piano zero. La sua casa.

Il corpo del sassofonis­ta è stato trovato ieri mattina poco prima delle 11 dagli operai che hanno subito avvertito la Polaria. Era in un vialetto laterale del parcheggio, una stradina di servizio nell’area recintata e inaccessib­ile. Davide Baruffini era disteso sull’asfalto a pancia in su, proprio sotto al parapetto dei quattro piani del parking. Aveva le gambe legate dal fil di ferro all’altezza delle caviglie. Due giri di metallo sopra ai blue jeans all’altezza delle caviglie, tra una gamba e l’altra il cavo era lungo circa 40 centimetri, quanto bastava, secondo i rilievi della polizia scientific­a, per riuscire comunque a stare in piedi e camminare, seppure a fatica. Con lo stesso filo, poi, erano state legate le mani, all’altezza dei polsi. Anche in questo caso il legame prevedeva circa 40 centimetri di filo tra le due mani. La vittima aveva ai piedi scarpe da tennis nere, una maglietta arancione sopra ai jeans, una giacca imbottita marrone e poi un cappotto scuro.

Nel primo esame del medico legale è emersa solo una frattura alla gamba, sull’asfalto nessuna macchia di sangue, sul volto e sul collo nessun segno di botte o violenza. Il sospetto è che il 42enne sia

Il soprannome

Il senzatetto era noto in aeroporto: chiedeva soldi dicendo di usarli per poter suonare il sax

morto per la caduta. Anche se le lesioni appaiono tutto sommato poche pensando a un volo di almeno 12-15 metri. Sarà decisiva l’autopsia che è stata disposta dal pm Luisa Baima Bollone. Secondo il medico legale, Baruffini sarebbe morto tra le 5 e le 8 di domenica. Gli investigat­ori della Mobile, guidati da Marco Calì, sono al lavoro sulle telecamere. Non tutte funzionava­no visto che la struttura è ancora chiusa. Per gli investigat­ori della Omicidi c’è il sospetto che il 42enne possa essere morto suicida. I legacci, per quanto serrati, potrebbero essere anche stati fatti volontaria­mente usando materiale preso dal cantiere del parking. Poi il «sassofonis­ta» si sarebbe gettato dal quarto piano sfruttando un cubo di cemento che fa da basamento a uno dei lampioncin­i. Baruffini era stato in cura in passato per problemi psichiatri­ci.

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La polizia sul posto del ritrovamen­to del cadavere di Davide Baruffini
Il luogo La polizia sul posto del ritrovamen­to del cadavere di Davide Baruffini

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