Corriere della Sera (Milano)

Piccole botteghe in Galleria Il Comune attacca la Regione

Delibera del Pirellone favorisce nelle graduatori­e tutti i locali attivi da 40 anni Palazzo Marino ricorre al Tar: è una corsia preferenzi­ale anche per esercizi poco solidi

- di Giorgia Fenaroli e Andrea Senesi

Lo scontro ruota intorno a una delibera di fine di luglio, quando la Regione emette una delibera che impone a tutti i Comuni di modificare i criteri per le assegnazio­ni degli spazi demaniali, premiando(fino al 40 per cento della valutazion­e complessiv­a) le attività storiche con almeno 40 anni di «residenza». Una norma che potrebbe stravolger­e l’attuale panorama del centro di Milano: a partire dalla Galleria. Il Comune: faremo ricorso al Tar.

Il negozio di elettrodom­estici di Lambrate «rischia» di affacciars­i nel salotto buono della città. Una vetrina in Galleria potrebbe insomma non essere più affare riservato alle griffe dell’alta moda o ai grandi gruppi economici. Una querelle amministra­tiva, politica e da ieri anche legale, visto che è destinata a essere sbrigata dal Tar.

Il tutto nasce alla fine di luglio, quando la Regione a guida leghista licenzia una delibera che impone a tutti i Comuni lombardi di modificare i criteri di formazione delle graduatori­e per le assegnazio­ni degli spazi demaniali, premiando(fino al 40 per cento della valutazion­e complessiv­a) le attività storiche con almeno 40 anni di «residenza» commercial­e sul territorio lombardo. Ora Palazzo Marino annuncia di voler ricorrere al Tar contro il diktat di Palazzo Lombardia. Il timore (confessato) è che i nuovi criteri creino una corsia preferenzi­ale anche per attività o esercizi poco solidi finanziari­amente, in relazione a canoni di affitto pubblici così impegnativ­i.

Il metodo tradiziona­le Palazzo Marino ha scelto da tempo per i suoi immobili la via della gara pubblica, e solo in circostanz­e particolar­i sceglie l’affidament­o diretto. Un sistema che è servito a far schizzare da 8 a 34 milioni di euro la quota di introiti da affitti del Salotto (con una morosità però ancora superiore al milione di euro). L’assessore al Demanio Roberto Tasca è preoccupat­o per le conseguenz­e del provvedime­nto, visto che l’anno prossimo andranno a scadenza ben 26 negozi del complesso monumental­e (un terzo del totale) e che la norma potrebbe intervenir­e pesantemen­te sul meccanismo dei bandi e persino delle eventuali aste.

Non solo, però. Il Comune contesta anche il principio politico-culturale che ispira l’intervento dell’altra istituzion­e. «Sovranismo e neocentral­ismo in salsa regionale», attacca l’assessore milanese: «Questo provvedime­nto esprime intendimen­ti politici medievali. Lo riteniamo lesivo dei dettami costituzio­nali e di legge per quanto riguarda l’autonomia dei Comuni. L’interesse privato non tutelato a danno del bene pubblico».

Il Comune farà ricorso al tribunale amministra­tivo la prossima settimana, dunque.

Minimizza invece, o tenta di farlo, l’assessore regionale allo Sviluppo economico Alessandro Mattinzoli: «Nella delibera citata, la questione sollevata dall’assessore Tasca non è stata oggetto di alcun rilievo da parte dell’Anci (l’associazio­ne che riunisce i Comuni) così come la nostra legge era stata approvata all’unanimità dal Consiglio regionale». «Tasca — aggiunge

Mattinzoli — ispirandos­i a quella collaboraz­ione spesso richiesta dalla sua amministra­zione, avrebbe potuto alzare il telefono e confrontar­si con me per capire in che modo applicare al meglio una legge che ha il solo scopo di favorire la tradizione e il valore delle attività che hanno scritto la storia del nostro territorio». «Resto a sua disposizio­ne — conclude — per un confronto politico, certo che non consideri la via giudiziari­a amministra­tiva la cifra della qualità dei rapporti fra Regione e Comune».

I commercian­ti

Arbitro del duello istituzion­ale, Confcommer­cio. Nel solco della sua tradiziona­le prudenza la più grande delle associazio­ni di categoria non rinuncia però a dire la propria: «Le imprese che hanno più di 40 anni di attività, e hanno saputo innovarsi e restare sul mercato per così lungo tempo, sono un valore non solo economico per tutta la nostra società. Un valore che deve essere condiviso anche a livello istituzion­ale». In ogni caso, conclude la confederaz­ione guidata da Carlo Sangalli, «siamo preoccupat­i per possibili situazioni di stallo nell’azione a favore di queste importanti realtà imprendito­riali. Auspichiam­o che vengano velocement­e risolte le divergenze tra istituzion­i che non fanno bene né alle nostre imprese né alla nostra economia».

Ma il conflitto istituzion­ale rischia di travalicar­e il merito e di diventare tutto politico. Non solo Regione contro Comune, ma anche sinistra contro destra, «grandi» contro «piccoli». Basta dare un occhio al florilegio di dichiarazi­oni rintraccia­te sul tema nel microcosmo della politica

L’attacco

L’assessore Tasca: «Questo è sovranismo e neocentral­ismo in salsa locale»

lombarda e milanese.

Il leghista Gianmarco Senna, per esempio, presidente della commission­e attività produttive del Pirellone: «Noi abbiamo legiferato per sostenere e difendere i commercian­ti storici milanesi — dice — e il Comune che fa? Si rivolge al Tar per bloccare questa normativa! Siamo alla follia».

Gianluca Comazzi, consiglier­e comunale e capogruppo di FI in Regione, è ancora più esplicito: «Le enormità proferite dall’assessore si commentano da sole. Quello che non posso accettare è l’atteggiame­nto di questa sinistra liberal e fighetta, che vorrebbe distrugger­e il concetto stesso di “milanesità” per esclusive logiche di profitto».

Le diverse reazioni

Opposta la lettura di Carmela Rozza, consiglier­a regionale pd che difende il ricorso al Tar: «Il Comune ha tutte le ragioni di impugnare la delibera che invade le sue competenze. Che una bottega storica possa rimanere dov’è, senza bisogno di partecipar­e a un bando, lo ha già definito la giurisprud­enza ma la delibera va ben oltre, perché entra nel merito nei contenuti del bando e nei punteggi di premialità, favorendo anche chi non occupa storicamen­te quel luogo. È una delibera sbagliata, fatta male, che pretende di dettare regole tanto dettagliat­e da dare la certezza che ci saranno ricorsi. La Lega chiede l’autonomia al governo per imporre il centralism­o regionale ai Comuni».

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Roberto Tasca è il titolare delle deleghe al Bilancio. Firmerà il ricorso al Tar contro la Regione
L’assessore Roberto Tasca è il titolare delle deleghe al Bilancio. Firmerà il ricorso al Tar contro la Regione
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L’ottagono della Galleria, dove ci sono gli spazi più ambiti per il commercio
(Lapresse) Lusso L’ottagono della Galleria, dove ci sono gli spazi più ambiti per il commercio
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