I 1.700 marchi d’epoca al lavoro in Lombardia da oltre cinquant’anni
Per ottenere il titolo di «bottega storica» da parte del Comune di Milano, sono necessari due requisiti. L’esercizio deve essere attivo da almeno 50 anni nello stesso comparto merceologico e deve conservare almeno in parte gli elementi architettonici d’interesse storico della costruzione. Dal 2017 le attività storiche con il riconoscimento di Palazzo Marino sono 520. A queste se ne aggiungeranno altre 60, recensite nel 2018 e 2019, che verranno premiate a inizio novembre. Quasi 600 attività che verranno unite nell’albo del Comune, per la tutela e il sostegno di queste imprese che coniugano tradizione e innovazione. In Lombardia le attività storiche sono più di 1.700.
Le imprese con il riconoscimento di bottega storica che si trovano in Galleria possono avvalersi della facoltà di chiedere direttamente il rinnovo dell’affitto al Comune, che non è comunque garantito, in quanto le imprese dovranno dimostrare di avere un legame col Salotto.
Invece, per i negozi sotto i 50 anni di attività, si andrà al bando pubblico. La preoccupazione del Comune è che, con la nuova norma della Regione, vengano favorite botteghe che, per quanto antiche, non hanno la disponibilità finanziaria di sostenere i costi di un affitto in Galleria. Oltre al fatto che il «Salotto di Milano» potrebbe non essere più casa esclusiva dei brand di lusso.
Il timore delle scadenze dei contratti corre anche tra le vetrine della Galleria. Negli ultimi mesi, raccontano i commercianti, c’è stata una corsa alle richieste per diventare bottega storica. Il motivo sarebbe che i negozi storici possono chiedere il rinnovo del contratto e così evitare di finire nella confusione dell’asta publica. È quello che è successo al Camparino. In quel caso infatti il Comune ha fatto uno strappo alla regola — che è quella di non concedere appunto nessun rinnovo automatico delle concessioni locatarie ma di puntare sulle gare — e ha confermato l’affitto allo storico locale. Nelle aste pubbliche, infatti, parlano i numeri: e molti sanno che non riuscirebbero a competere con le offerte a sei zeri delle grandi aziende di moda.
E non è un caso che nell’Ottagono si combattano continue battaglie legali tra gli affittuari e Palazzo Marino. I ricorsi amministrativi per le gare di assegnazione sono arrivati a quota 27. L’ultimo è stato vinto dalla Locanda del Gatto rosso e dal Salotto, che da soli hanno raggiunto quota 14 ricorsi. Segue Feltrinelli con tre e Stefanel con due. Anche Moreschi è fermo a due. Luxottica si è fermata a 1 insieme con Shop Rebecca. Una guerra a colpi di carte bollate destinata a ripetersi anche l’anno prossimo quando verranno a scadenza altri 26 contratti di altrettanti negozi e ristoranti.