Via libera politico al nuovo stadio
Maggioranza favorevole nonostante le critiche interne a Pd e Lista Sala. Protesta dei residenti
Quattro ordini del giorno e una mozione. Uno della maggioranza, uno di FI, due dei Cinque Stelle e la mozione della Lega. È arrivata l’ora del voto. Oggi il Consiglio comunale si esprimerà sul pubblico interesse del nuovo stadio di Milan e Inter. La previsione è che si arriverà al sì dell’aula pur con tutte le riserve del caso. Ma l’esigenza della maggioranza è quella di limitare al minimo il fuoco amico che riguarda un po’ tutti i partiti del centrosinistra e dall’altra far sì che il soccorso del centrodestra non diventi fondamentale. Intanto l’architetto Mascheroni dello studio Jma rilancia sul «salvataggio» del Meazza: «Dal restyling può nascere un Diamante».
È un lavoro di limatura e di modifiche che continuerà fino alle 16.30, ora in cui scatterà l’appello e i consiglieri dovranno esprimere il loro voto sul pubblico interesse del nuovo stadio di Milan e Inter. La previsione è che, soprattutto dopo l’endorsement del sindaco Beppe Sala, si arriverà al sì dell’aula pur con tutte le riserve del caso. Ma l’esigenza della maggioranza a Palazzo Marino è quella di limitare al minimo il fuoco amico che riguarda un po’ tutti i partiti del centrosinistra e dall’altra far sì che il soccorso del centrodestra non diventi fondamentale per far passare il documento. Per questo motivo, l’ordine del giorno della maggioranza, pur se conosciuto nelle sue linee generali (la rifunzionalizzazione di San Siro, un masterplan frutto di un concorso internazionale, il contenimento delle volumetrie, la garanzia che lo stadio sia accessibile a tutti, la richiesta di maggiori oneri e più verde), non ha ancora una forma definitiva perché l’obiettivo è convincere anche i consiglieri più riottosi. Che non sono pochi. Potrebbero essere quattro, ma più realisticamente tre nel Pd. Il più convinto critico del nuovo stadio è l’ambientalista Carlo Monguzzi che ha già annunciato il suo voto contrario a un nuovo stadio. Dubbiosi, ma per motivi opposti, due consiglieri della Lista Sala, Franco D’Alfonso e Enrico Marcora: «Siamo dubbiosi — dice Marcora — perché le condizioni messe rendono irrealizzabili le due squadre di calcio. Ci vuole chiarezza. Perché da una parte gli dai il pubblico interesse ma dall’altra li metti in condizioni di non poter realizzare il progetto». Milano Progressista, altra gamba della maggioranza, si dice pronta a votare l’ordine del giorno, ma a una condizione imprescindibile: «Che ci sia la maggioranza — attacca la capogruppo Anita Pirovano — e quando dico la maggioranza non intendo la maggioranza numerica ma quella politica che governa la città. Se non c’è la maggioranza non si vota l’ordine del giorno». Dopo la condizione necessaria, Pirovano elenca quelle sufficienti: «Per noi è imprescindibile salvaguardare il Meazza, mentre le volumetrie del progetto sono insostenibili così come il commerciale. San Siro nasce come luogo dello sport e deve diventare una cittadella dello sport. In sintesi, serve discontinuità rispetto al progetto delle due squadre». Spostiamoci nella minoranza che in questo caso potrebbe votare con la maggioranza. Forza Italia è pronta a votare sì ma chiede la tutela delle parti più iconiche di San Siro, riduzione di 50% delle superfici commerciali, spostamento del sottopasso Patroclo a carico del privato e non pagato con gli oneri che