Una gara in bicicletta per i ragazzi recuperati nel bosco di Rogoredo
Sfida in mountain bike: raccolti 2.600 euro. Finanzieranno una borsa lavoro
Sono stati raccolti 2.600 euro: andranno tutti a difesa dei tossicodipendenti recuperati al bosco della droga di Rogoredo, che ieri ha ospitato una gara di mountain bike organizzata da Italia Nostra, Comunità nuova e Ciclohub. I fondi finanzieranno una borsa lavoro in giardinaggio.
Duemilaseicento euro in due ore. Tanto è stato raccolto a favore dei tossicodipendenti recuperati al boschetto della droga, grazie a una gara di mountain bike («La scalata») organizzata nel verde di Rogoredo da Italia Nostra, Comunità nuova e Ciclohub cui hanno partecipato ieri 120 milanesi.
I fondi saranno destinati a una borsa lavoro in giardinaggio che impegnerà un ragazzo tossicodipendente recuperato proprio a Rogoredo, che ha iniziato un percorso di disintossicazione e reinserimento. «Quando abbiamo preso in consegna il boschetto della droga pareva impossibile ripulirlo: su 65 ettari di terreno, quasi due terzi erano occupati dallo spaccio — ricorda Silvio Anderloni di Italia Nostra —. Siamo andati per gradi, raccogliendo migliaia di siringhe, cercando di operare con le onlus e le équipe socio-sanitarie che, per quanto possibile, entravano dentro le aree di smercio. Da 15 giorni, complici il nostro lavoro e quello degli operatori sul territorio, ma pure le ultime retate, i cittadini che dal basso aiutano ad individuare situazioni critiche, il boschetto vive una situazione migliore». Ripulito, tanto che ieri mattina era possibile percorrerlo a piedi senza avere paura, tra i campi e le colline di solito roccaforte degli spacciatori. Un segnale di svolta? Le onlus ci sperano, appoggiate da Ats, Comune e Regione, con il coordinamento della Prefettura e l’appoggio della Polizia locale. «Speriamo resti così il più a lungo possibile, noi non molliamo», rilancia Gianluca Vargiu di Italia nostra.
Il problema delle mercato di sostanze stupefacenti resta, e molto grave, anche se i tossicodipendenti a singhiozzo si disperdono altrove, precisa Alberto Barni di Comunità Nuova. «Ma è cruciale — aggiunge — anche il racconto di una Rogoredo diversa e di un riscatto umano e del territorio che è possibile e deve avvenire senza lasciare indietro nessuno». Le storie sono drammatiche, dice ancora Simone Feder, «ogni settimana arrivano appelli di genitori disperati in cerca dei figli», purtroppo qualcuno anche minore: «Non bisogna abbassare la guardia, non dobbiamo perderli», dice ancora Pietro Farneti dello Smi, che ha i sei letti per l’ospitalità di chi viene recuperato al boschetto sempre pieni. Da Comunità nuova un appello: «Ci sono altri tre ragazzi che sarebbero pronti ad affrontare borse lavoro perché sono a buon punto del percorso di recupero. Che la città continui la raccolta di fondi, noi organizzeremo altri eventi». Sempre a Rogoredo.
Il sostegno
Un giovane che si è disintossicato imparerà le tecniche del giardinaggio