Moravia e i giochi di coppia
Michela Cescon porta in scena «La donna leopardo»
Sono molteplici le ragioni che hanno spinto Michela Cescon, una delle migliori attrici italiane, a cimentarsi per la prima volta solo in veste di regista con «La donna leopardo», ultimo romanzo di Alberto Moravia, che ha anche adattato per la scena con Lorenzo Pavolini, nonché prodotto con il «suo» Teatro di Dioniso e con il Teatro Stabile del Veneto, in cartellone da martedì a domenica al Piccolo Teatro Grassi (via Rovello 2, telefono: 02.42.41.18.89, mart.-giov.-sab. ore 19.30, merc. e ven. ore 20.30, dom. ore 16, € 33/18). Per favorirne la ricoperta ed evidenziarne la teatralità, dice la regista, ma anche la modernità delle figure femminili che vi sono tratteggiate insieme con la coincidenza di due anniversari importanti: il trentennale della morte di Moravia (1990) e i novant’anni della pubblicazione del romanzo che decretò il suo successo, «Gli Indifferenti» (1929).
Quattro i personaggi, interpretati da Valentina Banci, Olivia Magnani, Daniele Natali e Paolo Sassanelli: un giornalista, il suo editore e le rispettive mogli, che si trovano ad affrontare un viaggio in Africa, nel Gabon. Dalle atmosfere borghesi dei salotti romani, dove le relazioni sono nascoste e trattenute, all’Africa, tutto esplode: l’uomo tende a dominare, la donna a sottrarsi, il possesso definitivo è impossibile e l’amore, come la vita, è uno stato di allarme continuo. «Una danza elegante e brutale», aggiunge Pavolini, «una sfida al compromesso di poteri e ruoli: tra moglie, marito e amante, direttore imprenditore e giornalista, colonizzatori e colonizzati». Lontano dalle tentazioni del dramma borghese, su una scena essenziale fatta di strutture modulari, a cui si accompagnano video, fondali illuminati, luci, ombre, fotografie e una forte drammaturgia sonora, starà solo al corpo e alla voce degli attori ricreare i luoghi, le atmosfere e i sentimenti inesplorati di questa lucida analisi delle «regole dell’attrazione».