Solo thriller al femminile L’editore Le Assassine ha tinto il giallo di rosa
Si chiama Le Assassine la nuova casa editrice che pubblica solo thriller scritti da autrici donne
Una casa editrice che prende il via da un moto di rabbia. Quasi da ridere. La risata si smorza sul nome dell’editore, Le Assassine, e sul logo, una Medea dai lunghi capelli rossi (loro però sostengono sia un rimando timeless che mescola le donne preraffaellite alle capigliature con l’henné degli anni Settanta). Tiziana Prina, la traduttrice (da tedesco e francese) che ha immaginato le collane di letteratura gialla al femminile, mette subito le mani avanti: «Non ricamiamo troppo sulla collera, sono una donna mite». Poi racconta del suo lavoro di scouting per le fiere letterarie d’Europa, e di quella volta che fra tutte le proposte rimase indietro solo quel libro di una autrice saudita, incarcerata a causa del suo impegno per l’emancipazione femminile. Da lì la decisione di diventare editore, «per pubblicare quello che reputo interessante».
Le Assassine, minuscolo (al momento) editore da sei titoli l’anno, nato a Milano a marzo dello scorso anno, ha un campo molto ristretto: solo gialli, solo scritti da donne, con la donna al centro della scena, in veste di vittima o di vessatrice. «Adoro il genere e penso sia una letteratura in grado di esplorare e raccontare l’animo umano al pari dei romanzi più classici. Thriller, noir, crime story: la penna femminile è abilissima, Agatha Christie è la più famosa e nemmeno la più brava, noi portiamo alla luce nomi noti nel resto del mondo e ancora ignorati in Italia».
Nel progetto sono state coinvolte amiche con la passione per le crime stories, già operative nel settore editoriale: una traduttrice (inglese e cinese), una editor, una esperta di comunicazione e una grafica. Il gruppo femminile (c’è un solo uomo) ha messo subito a fuoco due collane: Vintage e Oltreconfine. «La prima è rivolta al passato, scopriamo le pioniere del genere; nella seconda pubblichiamo autrici contemporanee che abitano ai vari angoli della Terra», racconta la editor Roberta Mella-Simion. E aggiunge: «Una collana di pura evasione, dove vince la trama, e una dove sono invece i personaggi ad avere più spessore, caratteristica dei romanzi odierni».
Il debutto è avvenuto con due titoli: «La borsa» della francese Solène Bakowski, un libro crudo che parla di emarginazione (aveva vinto il premio giuria di Amazon), e «Luna di miele da incubo» di Marie Belloc Lowndes (britannica, classe 1868), ambientato all’Esposizione di Parigi, che ispirò il film «So long at the Fair» con Jean Simmons e Dirk Bogarde. Sono poi usciti il thriller psicologico «Amnesia» della tedesca Patricia Walter; «Il tagliacarte veneziano» di Carolyn Wells, americana di fine Ottocento che ha lasciato oltre centosettanta opere, e ancora «All’una e trenta» di Isabel Ostrander (è lei ad aver inventato la figura del detective cieco, ripresa anche da Dario Argento) e dal Marocco «La sedia del custode» di Bahaa Trabelsi. «Fra un mese saremo a BookCity con la scrittrice malese Guat Eng Chuah per presentare il suo «Echi del silenzio», spiega Marina Grassini, che lo ha tradotto. «Un’opera di denuncia sociale che apre spiragli su un concetto di giustizia diverso dal nostro».