Torna Sandrone Dazieri «Io, una versione moderata del mio personaggio Gorilla»
«Tutto gira intorno ai soldi E ovviamente dietro ci sono i soliti criminali»
Vive ad Amsterdam, su un battello, quasi in pace con se stesso e con il Socio, aggressivo alter ego con cui deve fare i conti fin da bambino visto che soffre di disturbo dissociativo dell’identità. Ma la morte di un amico dei vecchi tempi lo riporta a Milano: il Gorilla è tornato. Dopo dieci anni Sandrone Dazieri ricompare in libreria con il personaggio che lo ha reso famoso. «La danza del Gorilla» (Rizzoli) verrà presentato mercoledì al Memo Resaturant in una cena a cura di Zacapa Noir. Il compagno di tante manifestazioni forse non è caduto dalle scale, deve indagare sull’incendio di alcuni capannoni, intorno a lui tanti amici e tanti nemici, compresa la ‘ndrangheta: non può proprio stare tranquillo il Gorilla. E Dazieri?
«Il Gorilla salta fuori quando ho da raccontare qualcosa che è vicino a me, per esempio Milano. Le cose cambiano lentamente, ma a un certo punto te ne accorgi. Io, forse perché sono stato in giro, all’improvviso mi sono ritrovato in una città completamente diversa. Tutti ne parlano bene, bello il grattacielo, ottima la metropolitana, ma come si è arrivati a tutto questo? I soldi: Milano la vedo come la nuova Las Vegas. Tutti ci buttano dentro quattrini, tutti ci guadagnano qualcosa, ovviamente una fetta di questi capitali arriva dalla criminalità organizzata. Faccio dire a uno dei personaggi del libro che è il nuovo capoluogo della Calabria. Ma l’ho ripreso dalle parole del magistrato Gratteri». E il Gorilla che può fare? «Resta un romantico, ma è diventato abbastanza cinico da quando, appunto dieci anni fa, gli hanno sparato in testa. Se ne è andato da Milano appena ha potuto perché inevitabilmente lo avrebbero ritirato dentro in cose brutte che non voleva fare. È maturato, non pensa più che il mondo si possa salvare. E sa che tornare significa essere risucchiato dai problemi di una volta. Ma attraverso lui, volevo descrivere questa città. Credo che il giallo contemporaneo debba ricominciare a parlare del presente, altrimenti diventiamo tutti… Agatha Christie. Ho cercato di spiegare che cosa sta succedendo nel mondo, chi ha il controllo, qual è il crimine, che cosa fanno i poveracci, che macchina da soldi è Milano. Ho cominciato a raccontarne un pezzetto, se piacerà andrò avanti. Milano, secondo me, è una specie di esperimento, per cui tutto funziona e tutti vanno nella stessa direzione, la mafia, la politica, l’impresa privata anche non criminale con l’obiettivo di sviluppare una città franca, d’oro».
Il Gorilla, il Socio e Dazieri: spesso non si capisce con chi dei tre si ha a che fare. «Secondo la mia ultima analista non sono schizofrenico, ma solo nevrotico ossessivo. Insomma sono una versione moderata del Gorilla».