Tavolo con i club sul nuovo stadio
Maran: passiamo dalle lettere ai fatti. Via alla verifica di interesse culturale dello stadio
Chiede di mettere da parte le «carte bollate» e di sedersi intorno a un tavolo per discutere. L’assessore Maran replica alla lettera di chiarimenti di Milan e Inter. Avviata la procedura per l’interesse culturale di San Siro.
Chiede di mettere da parte le «carte bollate» e di sedersi intorno a un tavolo per discutere nel merito. Tocca all’assessore all’Urbanistica, Pierfrancesco Maran replicare alla perentoria lettera di chiarimenti da parte di Milan e Inter. Un’apertura che adesso attende una risposta da parte dei due club, ma anche un modo per dire che la strada maestra della trattativa non passa attraverso «ingiunzioni» o, come le chiama Maran, «carte bollate», soprattutto in riferimento alle tempistiche imposte dalla legge sugli stadi.
«Da Milan e Inter abbiamo ricevuto una lettera formale e ovviamente riceveranno una risposta formale come è giusto che sia, però credo che non si è mai visto costruire uno stadio con le carte bollate». Da qui l’invito di sedersi intorno un tavolo e discutere. «Quindi — continua Maran — da un lato daremo una risposta ma dall’altro c’è l’invito ad avviare un gruppo di lavoro, per capire materialmente come passare dalle lettere ai fatti, perché se dobbiamo discutere di come si fa uno stadio bisogna mettersi attorno ad un tavolo e verificare tutte le condizioni. Su questo Comune e sindaco danno la massima disponibilità per raggiungere un obiettivo che interessa a tutti».
Come primo atto Palazzo Marino ha richiesto al Ministero dei beni culturali la verifica dell’interesse culturale sullo stadio di San Siro, rispondendo così alla prima sollecitazione di Milan e Inter che hanno chiesto come condizione necessaria quella di conoscere che tipo di vincoli ci siano sul Meazza. «Occorre in primo luogo - hanno scritto le squadre — che l’amministrazione proceda quanto prima con la richiesta al ministero competente per l’effettuazione della verifica dell’interesse culturale dell’impianto. È evidente infatti che nessuna proposta potrà essere formulata in assenza delle decisioni inerenti a un eventuale vincolo del bene, con le caratteristiche e i limiti dello stesso». Ieri, Palazzo Marino ha fatto partire la richiesta. Una cosa è certa: il Meazza con i suoi 94 anni di storia è sicuramente tutelato (lo sono gli edifici pubblici con oltre 70 anni di vita). La verifica serve per capire se lo è in toto, in parte o che addirittura, visti i lavori di ristrutturazioni che si sono succeduti nei decenni, il vincolo non ha più ragione di esistere. «Ci siamo attivati nei giorni scorsi scrivendo alla Soprintendenza — ha spiegato Maran — e avviando la procedura quindi da questo punto di vista siamo partiti».
Resta da far chiarezza sulla rifunzionalizzazione del Meazza. Come? In che modo? «Anche sugli altri punti va discusso e credo che lo si debba fare confrontandosi insieme a un tavolo — conclude Maran — e cercando delle soluzioni anche perché il tema della gestione del Meazza è complessa e dobbiamo ragionarci tutti insieme, per capire la formula migliore. Lettera più lettera allunga i tempi ma è difficile che si arrivi ad un risultato. Il Comune non convoca, condivide degli obiettivi quindi noi ribadiamo l’opportunità di sederci e discutere».