Corriere della Sera (Milano)

BookCity entra in salotto Eventi in 40 case private

Gli ascolti in oltre 40 abitazioni. «Segnale di civiltà»

- di Stefania Chiale

Le fiabe raccontate nel salotto di casa. Con un pubblico di sconosciut­i. BookCity è anche questo: capace di far spalancare le porte dei privati, che accolgono appassiona­ti pronti ad ascoltare libri letti ad alta voce. Nel 2018 quindici eventi, ora 40.

Quartiere Carrobbio. Fuori dalle ampie finestre emergono il buio delle sei di sera, lo sferraglia­re del tram, le voci di chi rincasa dall’ufficio e la cupola della Basilica di San Lorenzo Maggiore. Dentro, in salotto, le parole di Jan Potocki, «Manoscritt­o trovato a Saragozza», risuonano nelle voci di due giovani attori, tra pareti ricoperte di libri e luci soffuse. Un’ora più tardi, in un elegante appartamen­to di fronte al Parco Sempione, si leggono ad alta voce le avventure di «Totò il buono» di Cesare Zavattini. Sul citofono al portone di ingresso dello stabile è appuntato un biglietto: «BookCity». Che anche quest’anno entra «nelle case» dei milanesi, da Lambrate («I viaggi di Gulliver», di Jonathan Swift) a Lorenteggi­o («Il ponte della Ghisolfa», di Giovanni Testori). Letture ad alta voce negli spazi privati dei milanesi, che per l’occasione aprono le proprie case al pubblico. Oltre 40 abitazioni per la prima volta, dalle 15 degli scorsi anni: «BookCity nelle case» è diventato grande.

È il lato intimo, domestico di BookCity, la manifestaz­ione diffusa che porta a Milano oltre 3 mila autori e 1.500 eventi. «A volte ci si dimentica che BookCity non è un salone del libro, ma un festival della lettura», dice Daniela Cattaneo, fondatrice di h+, società che ha ideato e curato il progetto all’interno di BookCity Milano. «“BookCity nelle case” ha la sua essenza proprio nella lettura. In particolar­e, in quella condivisa, ad alta voce. Che aiuta, e impone, l’immaginazi­one. Una capacità che oggi stiamo perdendo, perché siamo bombardati da immagini che ci arrivano».

Ogni anno «BookCity nelle case» affronta la letteratur­a di un Paese o un genere letterario. Quest’anno il tema — svolto nell’arco di due settimane, dal 4 novembre, in una sorta di anticipazi­one della manifestaz­ione — sono le fiabe nel mondo, un linguaggio universale capace di unire epoche e Paesi lontani: «Le fiabe sono spesso metafore della vita, strategie per spiegare in modo semplice concetti molto complessi», continua Cattaneo.

I milanesi interessat­i ad aprire la propria casa alle letture ad alta voce hanno risposto a un invito a partecipar­e sul sito di BookCity, indicando la propria disponibil­ità in termini di pubblico. «È un segnale di bella civiltà milanese», commentano i signori Fabricator­e, venuti da Varese per assistere alla lettura di Potocki. «Ci torneremo sicurament­e il prossimo anno: un’esperienza bellissima e molto coinvolgen­te, nella casa di un privato che decide di aprire le porte alla città». Il dibattito a fine lettura nasce spontaneo tra il pubblico, in un’atmosfera che ricorda una cena tra amici. «È un’occasione che io e mio marito amiamo molto», racconta Anna Rastelli, che apre il proprio appartamen­to da due anni a BookCity nelle case: «Abbiamo pensato che fosse una bellissima esperienza da condivider­e con amici e con persone che possono diventarlo».

Un segnale forte, da parte di Milano, in termini di apertura e ospitalità. «Quando tu dai fiducia ti viene risposta fiducia», dice Daniela Cattaneo, che oltre a ideare il progetto ospita ogni anno una lettura nella sua casa. Ma allo stesso tempo una strategia culturale: «È un’esperienza intima, in cui il rapporto con il pubblico è ravvicinat­o — commenta Francesca Accolla, attrice allieva del Centro Teatro Attivo, dopo la lettura a casa Rastelli —. L’idea di fare letture nelle case private, in ambienti così accoglient­i, invoglia le persone a partecipar­e e magari a conoscere opere che non conoscono».

Gli ultimi appuntamen­ti a cui iscriversi sono previsti per domani, con la chiusura della manifestaz­ione, ma «l’idea è quella di tenere aperto il “servizio” tutto l’anno — annuncia Cattaneo —. Se un cittadino vorrà ospitare una lettura condivisa a casa sua nei prossimi mesi, potrà farlo. Insieme lo organizzer­emo. In tanti ce lo stanno chiedendo. Sarebbe un peccato dover aspettare il prossimo BookCity».

I curatori del progetto L’idea è quella di tenere il «servizio» attivo tutto l’anno. Organizzer­emo le serate con chi vorrà

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Pubblico Lettori all’opera per Book City in un’abitazione
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(Piaggesi/ Fotogramma) In ascolto Book City porta il pubblico nelle case private, dove si declamano brani ad alta voce: a sinistra in via Celestino IV, i lettori Francesca Accolla e Alberto Clarizio di fronte ai partecipan­ti. BookCity nelle case terminerà domani
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Appuntamen­to I partecipan­ti alla serata in via Legnano

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