Il maniaco delle escort Spuntano altre tre vittime
L’inchiesta Agli amici confidava la sua ossessione: «Odio gli sbirri»
Tre nuovi casi sui quali ci sono «forti riscontri». Si aggrava ulteriormente la posizione del maniaco delle escort, il 29enne Davide Corona, arrestato dalla squadra Mobile di Lodi e aguzzino anche della prostituta 70enne massacrata per undici ore nella sua casa all’Arco della Pace. Sul caso indagano tre Procure, due Comandi provinciali e la Questura lodigiana. Tre gli agguati già scoperti. L’ossessione nei confronti dei poliziotti: «Io vi odio».
Riscontri su altre aggressioni a prostitute. Tre casi sui quali c’è più di un sospetto. Ad appesantire ulteriormente l’accusa contro il maniaco delle escort, arrestato nella notte tra mercoledì e giovedì, e aggressore della 70enne stuprata per undici ore nell’appartamento dove riceve gli uomini, all’Arco della Pace, sono gli stessi «odiati sbirri»: una delle ossessioni del 29enne Davide Corona, perditempo cocainomane residente da un amico a Villanova del Sillaro, nel Lodigiano, che per mostrare il suo astio contro gli agenti s’è fatto tatuare la scritta in inglese «Acab», ovvero «tutti i poliziotti sono bastardi».
Sul maniaco, scambiandosi informazioni, documenti e fotografie, indagano tre Procure (Milano, Cremona e Lodi), due Comandi provinciali dei carabinieri (Milano e Cremona) e una Questura (Lodi), la cui squadra Mobile ha catturato Corona e, negli immediati sviluppi investigativi, ha per appunto trovato le «coincidenze» su tre episodi ancora senza un colpevole (altri tre, compreso quello dell’anziana, erano già «noti»). Identico il modus operandi del maniaco: contattava la prostituta scelta sui siti Internet di incontri a pagamento, raggiungeva l’indirizzo, entrava, si mostrava cortese, confessava i propri vasti problemi, aspettava che le donne si spogliassero, estraeva il coltello, minacciava di morte, violentava. Di questi nuovi casi, la progressione della Mobile di Lodi, diretta da Alessandro Battista, ha ricevuto conferme, pur parziali, anche da fonti delle tre Procure. Non è escluso che le aggressioni abbiano riguardato prostitute di strada, per esempio donne africane, un dato che potrebbe aprire uno scenario ancor più ampio, in considerazione della paura, della ritrosia a denunciare. L’unica conoscente stretta di Corona, fin qui, l’unica donna non contattata per una prestazione a pagamento, è una 55enne di Livraga,
sempre nel Lodigiano. Dobbiamo tornare allo scorso 15 maggio. Si danno appuntamento, lei sale sulla macchina del maniaco, che le punta il coltello alla gola e la obbliga a seguirlo nel motel «Silk» di San Martino in Strada, lo stesso dove il ragioniere Andrea
Pizzocolo fece a pezzi una prostituta romena nel 2013, e la stupra. L’indomani, la 55enne racconta in Questura che Corona l’avrebbe costretta a «bere un liquido dal sapore strano», che l’avrebbe pesantemente intontita.
Nel passato del balordo ci sono due ex, entrambe conviventi e italiane. Il primo arresto è del dicembre 2017 per sistematici pestaggi. Contro Corona viene deciso il divieto di avvicinamento alla vittima, che lui non rispetta: pedinamenti di giorno e telefonate di notte. La donna ritira la denuncia. Quattro mesi dopo, un’altra aggressione. La ex denuncia e conferma, definitivamente (e lo lascia). Poche settimane di tempo e con la nuova fidanzata Corona è in vacanza a Rimini. La massacra e sta per aggredire il figlio di lei, al grido di «sei un handicappato di m...», quando arrivano i carabinieri e Corona finisce in galera, dove si trova adesso, nell’attesa che nuove vittime lo identifichino, vedendo la sua faccia e leggendone la storia criminale.