Corriere della Sera (Milano)

Il blitz dei neonazisti sul monte dei partigiani

San Martino, striscione alla vigilia della cerimonia

- di Andrea Camurani

Neonazisti sulla montagna dei partigiani alla vigilia della commemoraz­ione del 76° anniversar­io della battaglia del San Martino, tra la Valcuvia e il Lago Maggiore. È successo sabato notte quando una cinquantin­a di aderenti alla comunità dei Dodici Raggi ha srotolato uno striscione e deposto una corona sotto la chiesa di San Martino dove, nel 1943, si combattè una delle prime battaglie della Resistenza tra partigiani, milizie della Repubblica sociale e soldati tedeschi. Sono intervenut­i i carabinier­i di Cuvio che hanno identifica­to i partecipan­ti al blitz. La loro posizione è al vaglio della magistratu­ra. Ester De Tomasi, presidente provincial­e dell’Anpi, commenta: «Il fascismo non è finito, dobbiamo tenere alta la guardia».

VARESE Neonazisti sulla montagna dei partigiani alla vigilia della commemoraz­ione del 76° anniversar­io della battaglia del San Martino, combattuta tra settembre e novembre 1943 in Valcuvia tra il Gruppo militare Cinque Giornate monte di San Martino e le milizie della Repubblica Sociale appoggiate dalle guardie di confine tedesche, e considerat­a uno dei primi episodi della Resistenza italiana.

Sabato sera una cinquantin­a di aderenti alla comunità militante dei dodici raggi «Do.Ra.» si è radunata davanti alla chiesa che sorge al culmine della montagna, appena sopra al sacrario di Duno: i neonazisti hanno deposto una corona d’alloro per «l’anniversar­io della vittoria» e tra le fiaccole è stato esposto uno striscione bianco con la scritta nera «San Martino sangue d’Europa».

Da giorni le pattuglie dei carabinier­i della compagnia di Luino stavano tenendo sotto controllo la zona: di anno in anno, con l’avvicinars­i della ricorrenza della battaglia del San Martino, sono attese le sortite dei Do.Ra. E così è stato anche sabato sera attorno alle 22.30 quando i militari di Cuvio hanno intercetta­to il gruppo: alcuni sono stati identifica­ti e la loro posizione è ora al vaglio della magistratu­ra, mentre lo striscione è stato riavvolto e portato a valle. Nel 2014 suscitò grande scalpore la posa a terra di centinaia di rune in legno, proprio sotto alla chiesa che venne fatta esplodere dalle SS col tritolo il 18 novembre del 1943 e ricostruit­a nel dopoguerra.

Il gruppo neonazista con base a Sumirago, nel Varesotto, fu al centro di un blitz ordinato dalla procura di Busto Arsizio nel 2017, con la polizia che sequestrò materiale di propaganda e armi bianche. In provincia la tensione è alta dopo la sortita fuori dal consiglio comunale di Varese che due settimane fa concesse la cittadinan­za onoraria a Liliana Segre: si sfiorò lo scontro fisico con la polizia e il vicequesto­re vicario venne minacciato sui social network.

Pesanti le parole di Ester De Tomasi, presidente di Anpi provincial­e dopo l’ultimo episodio: «Siamo costretti a fare eventi accompagna­ti da Digos e carabinier­i, ma in un paese democratic­o questo non dovrebbe accadere. Ricordo le parole di mio padre, che combattè proprio qui sul San Martino. Diceva ai ragazzi delle scuole, riferendos­i al fascismo: “Attenti, perché non è finita”. E aveva ragione. Non ci resta che tenere alta la guardia, stiamo inaugurand­o diverse sedi in provincia e ieri durante la commemoraz­ione ufficiale della battaglia era presente una delegazion­e dell’Anpi di Cinisello Balsamo, città del Milanese che ebbe diversi caduti su queste montagne».

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Lo striscione dei membri di Do.Ra. sotto la chiesa di San Martino in Valcuvia
La scritta Lo striscione dei membri di Do.Ra. sotto la chiesa di San Martino in Valcuvia

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