Il blitz dei neonazisti sul monte dei partigiani
San Martino, striscione alla vigilia della cerimonia
Neonazisti sulla montagna dei partigiani alla vigilia della commemorazione del 76° anniversario della battaglia del San Martino, tra la Valcuvia e il Lago Maggiore. È successo sabato notte quando una cinquantina di aderenti alla comunità dei Dodici Raggi ha srotolato uno striscione e deposto una corona sotto la chiesa di San Martino dove, nel 1943, si combattè una delle prime battaglie della Resistenza tra partigiani, milizie della Repubblica sociale e soldati tedeschi. Sono intervenuti i carabinieri di Cuvio che hanno identificato i partecipanti al blitz. La loro posizione è al vaglio della magistratura. Ester De Tomasi, presidente provinciale dell’Anpi, commenta: «Il fascismo non è finito, dobbiamo tenere alta la guardia».
VARESE Neonazisti sulla montagna dei partigiani alla vigilia della commemorazione del 76° anniversario della battaglia del San Martino, combattuta tra settembre e novembre 1943 in Valcuvia tra il Gruppo militare Cinque Giornate monte di San Martino e le milizie della Repubblica Sociale appoggiate dalle guardie di confine tedesche, e considerata uno dei primi episodi della Resistenza italiana.
Sabato sera una cinquantina di aderenti alla comunità militante dei dodici raggi «Do.Ra.» si è radunata davanti alla chiesa che sorge al culmine della montagna, appena sopra al sacrario di Duno: i neonazisti hanno deposto una corona d’alloro per «l’anniversario della vittoria» e tra le fiaccole è stato esposto uno striscione bianco con la scritta nera «San Martino sangue d’Europa».
Da giorni le pattuglie dei carabinieri della compagnia di Luino stavano tenendo sotto controllo la zona: di anno in anno, con l’avvicinarsi della ricorrenza della battaglia del San Martino, sono attese le sortite dei Do.Ra. E così è stato anche sabato sera attorno alle 22.30 quando i militari di Cuvio hanno intercettato il gruppo: alcuni sono stati identificati e la loro posizione è ora al vaglio della magistratura, mentre lo striscione è stato riavvolto e portato a valle. Nel 2014 suscitò grande scalpore la posa a terra di centinaia di rune in legno, proprio sotto alla chiesa che venne fatta esplodere dalle SS col tritolo il 18 novembre del 1943 e ricostruita nel dopoguerra.
Il gruppo neonazista con base a Sumirago, nel Varesotto, fu al centro di un blitz ordinato dalla procura di Busto Arsizio nel 2017, con la polizia che sequestrò materiale di propaganda e armi bianche. In provincia la tensione è alta dopo la sortita fuori dal consiglio comunale di Varese che due settimane fa concesse la cittadinanza onoraria a Liliana Segre: si sfiorò lo scontro fisico con la polizia e il vicequestore vicario venne minacciato sui social network.
Pesanti le parole di Ester De Tomasi, presidente di Anpi provinciale dopo l’ultimo episodio: «Siamo costretti a fare eventi accompagnati da Digos e carabinieri, ma in un paese democratico questo non dovrebbe accadere. Ricordo le parole di mio padre, che combattè proprio qui sul San Martino. Diceva ai ragazzi delle scuole, riferendosi al fascismo: “Attenti, perché non è finita”. E aveva ragione. Non ci resta che tenere alta la guardia, stiamo inaugurando diverse sedi in provincia e ieri durante la commemorazione ufficiale della battaglia era presente una delegazione dell’Anpi di Cinisello Balsamo, città del Milanese che ebbe diversi caduti su queste montagne».